Duello tra colleghe sul pandoro-gate
Chiagne e fotte: la strategia del vittimismo delle due influencer Meloni e Ferragni
Meloni entra a gamba tesa contro Ferragni sulla vicenda, in una caccia scatenata al follower in più che poco ha a che fare con la politica
Fino a domenica era uno spiacevole affare di sponsorizzazioni, mancate donazioni e di quelle che secondo l’Antitrust sono “pratiche commerciali scorrette”. Solo che durante il suo intervento alla giornata conclusiva di Atreju, Giorgia Meloni ha trasformato il pandoro-gate di Chiara Ferragni in un tema politico.
In cima all’agenda della presidente del Consiglio e di conseguenza in grande evidenza sulle pagine politiche dei quotidiani. E poi la risposta di Fedez, il video di scuse di Ferragni e la contro risposta incalzante del rapper, marito dell’imprenditrice digitale più famosa d’Italia e non solo. Ma partiamo da Meloni. Perché è lì che la questione Balocco-Ferragni passa dalla cronaca alla politica. La premier sale sul palco del gran finale di Atreju e scandisce, senza nominare mai l’influencer, ma con un riferimento cristallino e non equivocabile in alcun modo: “Gli influencer non sono quelli che fanno soldi a palate mettendo vestiti o borse o promuovendo carissimi panettoni facendo credere che si farà beneficenza, ma il cui prezzo servirà solo a pagare cachet milionari”.
Il riferimento è al pandoro Pink Christmas commercializzato da Balocco l’anno scorso al prezzo di oltre 9 euro e griffato con il marchio di Chiara Ferragni. La campagna si intitolava “Chiara Ferragni e Balocco insieme per l’ospedale Regina Margherita di Torino” e aveva l’obiettivo di sostenere la ricerca sui tumori infantili dell’ospedale torinese. Solo che dalle società di Ferragni, che hanno percepito oltre un milione di euro per la licenza dei loghi, non è arrivata nessuna donazione al Regina Margherita. L’unica donazione era arrivata dalla Balocco, per la somma di 50mila euro. Secondo l’Antitrust, però, la campagna pubblicitaria del prodotto, nonché il prezzo maggiorato rispetto alla versione “classica”, aveva indotto in errore in consumatori, portandoli a pensare che l’acquisto del pandoro avrebbe contribuito all’ammontare della donazione alla struttura sanitaria torinese e che Chiara Ferragni avrebbe partecipato direttamente all’iniziativa benefica.
Proprio l’imprenditrice, appena appresa la notizia della multa da oltre un milione di euro, ha annunciato il suo ricorso al Tar. Poi Ferragni si è limitata a commentare così su Instagram la sanzione dell’Autorità: “Sono dispiaciuta se qualcuno possa aver frainteso la mia comunicazione e messo in dubbio la mia buona fede. Io e la mia famiglia continueremo a fare beneficenza così come abbiamo sempre fatto perché mai vorrò rinunciare a questa parte della mia vita. E dal momento che ritengo ingiusta la decisione adottata nei miei confronti, la impugnerò nelle sedi competenti”. L’incendio scoppia dopo le dichiarazioni di Meloni dal palco di Atreju. E così la vicenda diventa subito uno scontro tra due influencer. Il problema è che una delle due siede a Palazzo Chigi. Nel centrodestra non manca chi, a mezza bocca e a taccuini chiusi, si interroga sull’opportunità di attaccare Ferragni dal pulpito di un evento organizzato dal partito che esprime il capo del governo italiano. Infatti Fedez ne approfitta subito per sviare l’attenzione dal merito della questione e la butta in politica.
“È singolare che pochi minuti fa la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni abbia deciso di salire sul palco per parlare delle priorità del Paese. Avrà parlato della disoccupazione o della manovra che stanno facendo col culo o della pressione fiscale? No, ha deciso di dire ‘diffidate dalle persone che lavorano sul web’”. Arriviamo così al video di scuse di Ferragni, diffuso ieri sui canali social dell’influencer. “Sono sempre stata convinta che chi è più fortunato ha la responsabilità morale di fare del bene. Questi sono i valori che hanno sempre spinto me e la mia famiglia. Questo è quello che insegniamo ai nostri figli”, esordisce l’imprenditrice. Che continua: “Gli insegniamo anche che si può sbagliare, e che quando capita bisogna ammettere, e se possibile, rimediare all’errore fatto e farne tesoro. Ed è quello che voglio fare ora. Chiedere scusa e dare concretezza a questo mio gesto: devolverò 1 milione di euro al Regina Margherita per sostenere le cure dei bambini”. Poi conclude: “Un errore di cui farò tesoro in futuro, separando completamente qualsiasi attività di beneficenza, che ho sempre fatto e continuerò a fare, da attività commerciali. Perché anche se il fine ultimo è buono, se non c’è stato un controllo sufficiente sulla comunicazione, può ingenerare equivoci”.
Resta il dato politico, con Meloni che sceglie di polarizzare lo scontro con una influencer. La premier che, come una qualsiasi collega di Ferragni, entra a gamba tesa sulla vicenda del pandoro, in una caccia scatenata al follower in più, che poco ha a che fare con la politica. E men che meno con l’azione di governo di una presidente del Consiglio. Intanto il Codacons annuncia un esposto a 104 procure sul pandoro-gate e Fedez torna a puntare Meloni: “Le risulta che i componenti del suo governo quando sbagliano chiedono scusa e pagano di tasca loro?”.
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