Decine di donne si erano rivolte a lui, un ginecologo, per affrontare un percorso di fecondazione assistita. Senza sapere che, per rendere possibile il loro desiderio di diventare madri, aveva utilizzato il proprio sperma.

Un’indagine, avviata nei Paesi Bassi, ha permesso di scoprire che il ginecologo Jos Beek, deceduto nel 2019, era il padre biologico di almeno 21 persone. Anche se si sospetta che i bambini concepiti con il suo seme possano essere molti di più.

Il medico, in servizio dal 1973 al 1998 presso l’Elisabeth Hospital a Leiderdorp, struttura in seguito inglobata dall’ospedale di Alrijne a Leida, si era infatti occupato di decine di coppie alla ricerca di un figlio.

La clamorosa scoperta

L’indagine indipendente era stata commissionata lo scorso gennaio dall’ospedale di Alrijne dopo che la FIOM, un’organizzazione che si occupa di rintracciare i genitori biologici di bambini nati mediante procreazione assistita, aveva individuato dei collegamenti con il DNA di Beek in 21 persone, tutte nate da donne che erano state in cura da Beek in un periodo compreso tra il 1973 e il 1986.

Molte coppie si erano rivolte al ginecologo per effettuare la fecondazione eterologa, ossia la procedura in cui il seme, proveniente da un donatore anonimo, viene usato per fecondare l’ovocita della paziente, oppure un ovocita ugualmente donato.

Peter Jue, uno dei membri della direzione dell’ospedale, ha definito la notizia ‘scioccante’: “Quello che è successo ha un impatto significativo sui genitori e sui bambini coinvolti” ha dichiarato, secondo quanto riportato dal Guardian.

Siamo entrati subito in contatto con i ragazzi e i genitori che hanno dato la propria disponibilità e garantiamo la nostra collaborazione. Ci rendiamo conto in che situazione si sono trovati e vogliamo fare il possibile per ottenere informazioni. Il modo in cui questo dottore ha agito in quegli anni è inaccettabile”.

Jue ha inoltre sottolineato che non sia da escludere la possibilità, dato che ai tempi la fecondazione assistita non era regolamentata come lo è oggi, che Beek possa aver usato il proprio sperma per fecondare molte altre donne.

In un comunicato, l’ospedale ha inoltre fatto presente che la documentazione relativa a quel periodo non esiste più. Per cui ha invitato chiunque sia nato in seguito a questi trattamenti di farsi avanti: grazie a una legge del 2004, una volta compiuti 16 anni, è possibile infatti conoscere l’identità dei propri genitori biologici.

I precedenti

Jos Beek non è stato di certo l’unico medico che ha utilizzato il proprio seme per l’inseminazione artificiale all’insaputa delle pazienti.

Nel 2020, grazie a un test del DNA, è stato possibile dimostrare come Jan Wildschut, deceduto nel 2009, fosse il padre biologico di 17 bambini. Mentre nel 2017 un’altra indagine aveva portato alla luce un caso analogo. Jan Karbaat, che si occupava sempre di PMA nella zona di Rotterdam, risultò essere il padre biologico di 75 bimbi.

Un fenomeno che ha riguardato non solo l’Olanda, ma anche altri paesi come USA e Canada. Negli Stati Uniti il dottor Quincy Fortier, morto nel 2006, aveva ingannato per anni molte delle donne che si erano rivolte a lui per avere un figlio, utilizzando il proprio seme, invece che quello dei loro mariti, per la fecondazione assistita.

Roberta Davi

Autore