Al netto del fatto che non mi piace il balzello in più dell’obbligo assicurativo contro le calamità imposto alle imprese, io spero davvero di sbagliarmi, ma qui tira (molto a sorpresa) un’aria di piccola aggressione ai proprietari di casa. Pur avendo avuto un anno per individuare, in una spesa pubblica che lo Stato italiano ha fatto raddoppiare negli ultimi dieci anni, sacche di spreco da trasformare in provvista utile a tagliare le tasse (cosa che il Governo fa meritoriamente, ma a deficit, solo su parte del cuneo fiscale), l’esecutivo mi pare che non limi nulla in maniera significativa, e che punti invece a non sollevare il peso sulle spalle del ceto medio produttivo: quelli in campo ogni giorno a fatturare per l’Italia.

Salta agli occhi l’idea di aggravare la tassazione su chi detiene un’abitazione. Sicuramente sul capo di chi si è azzardato a comprarne una all’estero. Sicuramente sulla cedolare secca sugli affitti brevi, ponendo così una limitazione alla libertà del proprietario di disporre di un bene che -ricordo- generalmente viene acquistato con i frutti del lavoro per accumulare i quali si è già affrontato un diluvio di tasse. Il tutto in un paese dove i turisti stanno tornando e rappresentavano una piccola chance di arricchimento per chi avesse un’abitazione.

Vedremo meglio oggi se sarà innalzata la rendita catastale delle case che hanno usufruito del superbonus, misura contestatissima, pensata male (sostanzialmente come ennesimo voto di scambio), scritta peggio, cambiata orribilmente 15 volte in due anni, e causa di una autentica voragine nei conti pubblici italiani, visto che la sua cubatura, prevista di un certo importo, si è allargata a maggior dismisura. Se non ho capito male, innalzando la rendita catastale di quelle abitazioni, crescerà la pressione fiscale sulle stesse. Ma sempre di aumentare il balzello sulle proprietà immobiliare si parlerebbe. In America il bene rifugio degli investimenti sono, tradizionalmente, i fondi pensione; mai e poi mai li tasserebbero. Perché si rispetta la destinazione del risparmio degli americani, frutto di lavoro già tassato (e molto meno che da noi). La casa è il nostro fondo pensione. E colpisce che a fare una roba simile sia un governo di centrodestra, il cui fondatore, Silvio Berlusconi, aveva chiarissimo che proprio su di essa si sono rivolti i risparmi degli italiani, e come essa rappresenti il fulcro della monade principale su cui si poggia la società italiana: la famiglia.

Ora, le tasse (termine divulgativo che a mo’ di slang comprende anche le imposte) sono dovute come contributo all’attenuazione della sperequazione tra ricchi e poveri tramite servizi che acquistiamo dallo Stato, o come pagamento di una somma perché si detengono beni non di prima necessità. Ditemi che avere una casa è un lusso, e capirò.