Fa discutere la pronuncia della Corte Suprema dell’Alabama, Stati Uniti, che ha stabilito che gli embrioni congelati siano da parificare agli esseri umani. Prima d’ora un tribunale americano non aveva mai riconosciuto tali diritti a delle forme di vita entro le prime otto settimane dal concepimento.
La natura della decisione sarà circoscritta allo Stato, ma ha comunque innescato commenti e reazioni a livello nazionale, tali da riaprire il dibattito sui diritti riproduttivi.

Embrioni parificati a bambini. Il caso dall’incidente in una clinica

Parificare degli embrioni congelati a bambini, consentirà di procedere a cause per omicidio colposo, nel caso di distruzione degli stessi. Due recenti cause sono state intentate contro una clinica per la fertilità: la prima risale al 2021, quando un paziente entrando in una clinica ha danneggiato diversi embrioni di altre coppie congelati che venivano conservati sotto zero. La rigida temperatura della provetta avrebbe bruciato la mano del paziente facendo cadere gli embrioni a terra, tanto che alcune coppie intentarono causa all’operatore. Proprio da questa vicenda ha origine la decisione della Corte: se in un primo momento il giudice della contea aveva archiviato il caso ritenendo inapplicabile per gli embrioni al di fuori dell’utero la legge sull’illecita morte di un minore dell’Alabama, la Corte Suprema ha ribaltato il verdetto. “Il popolo dell’Alabama ha dichiarato che la politica pubblica di questo Stato è che la vita umana non ancora nata è sacra”, ha sentenziato il giudice Tom Parker.

Lydia e Timothy

La decisione non è stata condivisa dalla Casa Bianca, che in futuro proverà diplomaticamente a mediare sulla disciplina. La pratica del congelamento embrionale resta comunque diffusa negli States: alla mente torna il caso del 1992, quando nel Tennessee venivano congelati due embrioni chiamati, trent’anni dopo, Lydia e Timothy.

Redazione

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