In commissione Giustizia della Camera sono iniziate le audizioni per quella vera e propria follia che è la proposta di legge che istituirebbe in Italia il reato universale contro la gestazione per altri. Nel nostro Paese è già vietata, ma – è l’intento del legislatore – anche se viene praticata in un altro Paese, dovrebbe essere perseguita. Se ne parla da anni e non si fa per un semplice motivo: che è anti costituzionale e inapplicabile. Ma pur di fare propaganda, la destra se ne frega e ha messo su questa sceneggiata che ha un solo obiettivo: criminalizzare quelle coppie (per il 90 per cento eterosessuali) che sono già ricorse alla Gpa. In particolare si prendono di mira le famiglie composte da due uomini.

Ieri davanti alla Commissione sono arrivate due coppie che hanno spiegato perché sarebbe importante non proibire ma semmai regolamentare. Perché? Elementare Watson: perché solo regolamentando si può impedire lo sfruttamento del corpo della donna che si dice – ma solo a parole – di avere a cuore e quella del bambino che verrà. Tra gli interventi anche quello dell’Associazione Luca Coscioni, rappresentata dalle due avvocate Filomena Gallo e Francesca Re. Molto nette le loro parole: “Estendere la perseguibilità del reato di surrogazione di maternità anche se praticata all’estero si scontra con il principio di legalità e di colpevolezza nonché con l’attuale orientamento delle giurisdizioni italiane e sovranazionali che escludono qualsiasi tipo di reato rispetto a questi percorsi e riconoscono il diritto superiore del minore a vedere trascritto il proprio atto di nascita formato all’estero”.

Secondo le due avvocate “per punire in Italia un reato compiuto in un altro Paese deve essere considerato un fatto illecito anche lì. Questo denota l’intento di questa maggioranza di arrogarsi il potere di imporre la propria disciplina ad altri Stati, violando la sovranità degli altri stati”. La Gestazione per altri/altre divide, riscalda gli animi, crea fratture. Discuterne con serenità sarebbe fondamentale. Ma non va certo in questa direzione la lettera di alcune associazioni femministe, da sempre schierate contro la Gpa, per chiedere un incontro a Elly Schlein. Tra le realtà che firmano, c’è Arcilesbica da sempre la più violenta nel portare avanti la campagna contro chi non la pensa come loro o nei confronti di chi ha fatto la scelta di ricorrere alla Gpa. Quando si parla del corpo e delle scelte di vita si dovrebbe avere sempre la capacità di dividere le proprie convinzioni dal modo in cui i diritti di tutti e tutte vengono garantiti. A partire da quelli dei minori che invece vengono presi, anche in queste ore e senza scrupoli, a calci.

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