La maternità surrogata, o gestazione per altri, o utero in affitto per i detrattori arriva in commissione Giustizia della Camera. Al via tra domani e giovedì l’esame sulla proposta di legge presentata da Fratelli d’Italia per rendere la pratica reato universale. A renderlo noto il presidente della commissione, Ciro Maschio. Al testo di Fdi sarà abbinato anche quello della Lega in attesa del testo preannunciato da FI, ha spiegato la prima firmataria della proposta Carolina Varchi. L’attenzione sul tema è esplosa dopo la manifestazione LGBTQUIA+ di sabato scorso a Milano, le dichiarazioni a In Onda di Fabio Rampelli – “Se due persone dello stesso sesso chiedono il riconoscimento, e cioè l’iscrizione all’anagrafe, di un bambino che spacciano per proprio figlio significa che questa maternità surrogata l’hanno fatta fuori dai confini nazionali” – , quelle del deputato Fdi e presidente della Commissione Cultura, Federico Mollicone – “un reato grave, più grave della pedofilia” – e lo scontro a Mezz’ora in più tra la ministra Eugenia Roccella e la giornalista Lucia Annunziata.

Il governo Meloni la settimana scorsa ha richiesto ai sindaci di smettere di riconoscere alla nascita i figli delle coppie gay e lesbiche in Italia. E Migliaia di persone sono scese in piazza a Milano in segno di protesta. La Gestazione per Altri è una procreazione medicalmente assistita. Prevede che la gravidanza sia portata da una donna per conto terzi. È una pratica illegale in Italia sia per le coppie eterosessuali che per quelle omosessuali, che quando vogliono ricorrerci vanno all’estero, nei Paesi dov’è legale e dove spesso è previsto un accordo contrattuale o un compenso economico – questo il punto morale che rende la pratica controversa secondo i detrattori.

Il procedimento consiste in una persona singola o in una coppia che non potendo portare avanti la gravidanza si rivolge a una terza persona per poi adottare la bambina o il bambino dopo la nascita. A ricorrere alla pratica sono soprattutto coppie eterosessuali che per varie ragioni non riescono ad avere un figlio e coppie di uomini. Sono due i tipi di GPA: quella tradizionale, in cui l’ovulo fecondato appartiene alla donna che porta avanti la gravidanza, e quella gestazionale, in cui l’ovulo che viene fecondato in vitro proviene dalla madre intenzionale, che adotterà il bambino, o da una terza donna. Il Post aveva scritto in un articolo che in alcuni casi le coppie italiane abbiano mantenuto un rapporto con la donna che ha portato avanti la gravidanza, a volte anche parlando apertamente ai figli della pratica. Lo stesso articolo sottolineava come gli studi sul procedimento, ancora pochi, non abbiano rilevato grandi differenze nella loro crescita. In pochi casi la pratica si è risolta per via giudiziaria.

La GPA in Italia è vietata dalla legge 40 del 2004, “Norme in materia di procreazione medicalmente assistita”, approvata durante il secondo governo Berlusconi. Le pene riguardano “chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza” la maternità surrogata con pene che vanno da 600mila euro a due anni di carcere come recita il comma 6 dell’articolo 12. La Corte Costituzionale nel 2021 ha ribadito che “il divieto, penalmente sanzionato, di ricorrere alla pratica della maternità surrogata risponde a una logica di tutela della dignità della donna e mira anche ad evitare i rischi di sfruttamento di chi è particolarmente vulnerabile perché vive in situazioni sociali ed economiche disagiate”. La Cassazione nel 2022, con la sentenza n.38162 a Sezioni Unite, ha stabilito che i bambini nati all’estero con la maternità surrogata dovessero essere riconosciuti in Italia come figli di entrambi i genitori con l’adozione in casi particolari, che richiede l’approvazione di un giudice, e non con la trascrizione diretta all’anagrafe.

Le leggi cambiano sensibilmente da Paese a Paese, così come cambiano i termini di riconoscimento del bambino. Il modello preso ad esempio in Italia da chi vuole legalizzare la maternità surrogata è quello del Canada: non commerciale, fatta con scelta “libera, autonoma, volontaria e altruistica” con ovuli diversi dai propri, sia per single che per coppie eterosessuali che omosessuali. Quando la pratica prevede compensi economici, i costi – che riguardano le spese sia per le agenzie che seguono la pratica, per il procedimento e per la donna gestante – possono andare dai 100 ai 150mila dollari come succede per esempio negli Stati Uniti. Da Paese a Paese cambiano anche le regole per permettere quali donne possano offrirsi come gestanti. Una delle destinazioni più ambite al mondo – fino allo scoppio della guerra – è stata l’Ucraina, anche per i costi più contenuti rispetto agli USA, dove la pratica era però consentita solo a coppie eterosessuali e sposate e dove sul certificato di nascita del nato i genitori riconosciuti sono quelli intenzionali, non c’è bisogno del percorso di adozione. Erano 6.000 i bambini nati con maternità surrogata nel 2021 nel Paese.

Le situazioni più delicate, ricostruisce sempre il Post in un lungo articolo, sono quelli in cui il contesto sociale ed economico risulta molto povero e dove mancano o sono molto larghi i riferimenti normativi. Come in Kenya, in Messico, in India, in Nepal o in Thailandia. L’espressione “utero in affitto” vuole esplicitare proprio lo sfruttamento del corpo della donna, connotare la pratica in senso commerciale, per trarre profitto. Non esistono dati o stime precisi sulla procreazione medicalmente assistita all’estero. L’indagine SIRU del 2019 riportava 3.000 persone all’anno per tutti i tipi di PMA.

La manifestazione di sabato scorso a Milano era stata organizzata dopo lo stop al riconoscimento alla nascita dei figli delle coppie gay e lesbiche in Italia. Lo scorso 15 febbraio Fdi aveva presentato la proposta di legge a firma Carolina Varchi composta di un solo articolo in cui è previsto che le pene previste dalla legge 40 “si applicano anche se il fatto è commesso all’estero”. È la cosiddetta universalizzazione del reato. Al momento non è chiaro a quali conseguenze andrebbero incontro i bambini nati da tali pratiche. Le coppie eterosessuali italiane si recato maggiormente a Cipro e in Grecia, quelle omosessuali in Canada o Stati Uniti. Della maternità surrogata si hanno tracce anche nell’Antico Testamento, quando Abramo e Sara non riescono ad avere un figlio.

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Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.