La Corte di Cassazione a Sezioni Unite con la sentenza n. 38162 depositata oggi ha stabilito che i bambini nati all’estero con la maternità surrogata potranno e dovranno essere riconosciuti in Italia come figli di entrambi i genitori con l’adozione in casi particolari, che richiede l’approvazione di un giudice. La decisione della Suprema Corte sulla cosiddetta Stepchild Adoption vale sia per coppie etero che per coppie gay.

La pronuncia della Cassazione si è basata sulla giurisprudenza della Corte Costituzionale che nel 2021 aveva chiesto al parlamento di riconoscere i figli delle coppie omosessuali e su quella della Corte Europea dei diritti umani. La decisione è arrivata sul caso di due padri gay che avevano avuto un figlio tramite maternità surrogata in Canada. La Corte d’Appello di Venezia aveva ordinato il riconoscimento di entrambi i padri tramite la trascrizione dell’atto di nascita canadese. La Suprema Corte ha annullato quella decisione e dichiarato che da questo momento in poi i figli delle coppie gay nati all’estero con la surrogata dovranno essere sempre riconosciuti tramite l’adozione in casi particolari.

E quindi non con la trascrizione diretta all’anagrafe dell’atto di nascita straniero (come avviene di solito per tutti gli altri bambini e come è successo spesso anche per i figli delle coppie gay) ma attraverso l’apertura di un procedimento davanti al Tribunale dei minori per dimostrare l’esistenza di un legame di filiazione tra il bambino e il secondo padre, quello cosiddetto “intenzionale” perché non ha legami col figlio.

Le coppie che ricorrono alla genitorialità surrogata all’estero non sono punibili. Non è più possibile il riconoscimento diretto all’anagrafe dove si iscriverà un solo genitore. Il primo genitore riconosciuto non potrà inoltre opporsi all’adozione da parte del secondo, quello che compare sull’atto di nascita straniero.

Per l’avvocato di Trento Alexander Schuster, che ha parlato a Il Corriere della Sera, la sentenza segna comunque una svolta anche se la coppia di padri sperava in un riconoscimento direttamente all’anagrafe per i tempi e i costi della Giustizia italiana, compresa quella minorile: “Le sezioni unite hanno dato prova di avvicinarsi alla questione della gestazione per altri con grande rispetto e delicatezza. È bene che sia stato confermato anche come l’orientamento sessuale non assuma alcun peso quando si parla di figli e genitorialità: un’affermazione ovvia, ma sfortunatamente ancora necessaria. E vi è un’importante passo avanti in questa decisione: il genitore biologico non potrà più bloccare le domande di adozione e mettere alla porta il genitore intenzionale, un potere che viene superato se contrario all’interesse del minore”.

Ovvero se il secondo padre dovesse morire prima della conclusione dell’adozione o nel caso in cui lo stesso volesse rifuggire alla responsabilità.

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