Dopo l’assassinio del presidente Jovenel Moise nel luglio del 2021 l’isola caraibica era scivolata in una situazione sempre più drammatica che aveva visto la crescita della forza delle gang di strada. Le Nazioni Unite avevano abbandonato Haiti nel 2018 dopo che la missione di stabilizzazione Minustah era stata travolta dagli scandali sulla prostituzione minorile. Ma tutto era peggiorato quando a novembre 2013 gli Stati Uniti avevano scarcerato Guy Philippe, l’ex golpista e trafficante di droga che era tornato subito a Port-au-Prince.

Al suo ritorno aveva subito creato un‘alleanza con i suoi commilitoni prendendo contatto con alcuni politici locali ed inserendosi in un contesto di estrema fragilità. Il premier Ariel Henry aveva cercato all’estero un aiuto militare per ristabilire l’ordine ad Haiti, ma in sua assenza le gang si erano scatenate e avevano anche preso il controllo dell’aeroporto per evitare che l’aereo di Henry tornasse a Port-au-Prince. In questa situazione anche la missione diplomatica dell’Unione Europea ha dovuto abbandonare Haiti fuggendo a bordo di due elicotteri.

L’ambasciatore Ue Gatto in fuga in elicottero

Stefano Gatto, senese di nascita, è l’ambasciatore dell’Unione Europea nello stato dei Caraibi e vanta una lunga esperienza, anche in paesi complicati. “La nostra presenza era diventata insostenibile e siamo dovuti partire il prima possibile. Negli ultimi anni il dispositivo di sicurezza dell’Unione Europea è molto cambiato, perché per anni non siamo stati un obiettivo. Oggi tutto è cambiato e negli ultimi anni abbiamo dovuto mandare le famiglie nella vicina Repubblica Dominicana e giriamo soltanto con mezzi blindati e sotto scorta armata. Haiti è uno stato senza legge e la popolazione ha perso ogni speranza”.

L’ambasciatore Gatto, in una intervista rilasciata al Corriere del Ticino, conosce bene la politica haitiana e vede la radice dei problemi molto lontana. “Jovenel Moise era diventato un dittatore che non voleva fare elezioni e teneva il paese con pugno di ferro. Nessuno saprà mai dire chi abbia ingaggiato i suoi sicari, ma aveva molti nemici. Anche Ariel Henry restava al potere senza mandato popolare ed era riuscito a coalizzare tutta l’opposizione contro di lui. Anche le gang che normalmente si combattono fra di loro hanno creato un’alleanza per combattere Henry e questo ci ha spaventato. Vedere coalizzarsi le bande più pericolose per attaccare la polizia ci ha spinto a lasciare il paese, soprattutto dopo che sono riuscite a prendere il controllo dell’aeroporto internazionale”.

Ambasciatore Gatto: “Haiti deposito di armi e droga”

Le 10 persone della missione diplomatica europea sono partite su due elicotteri dalla parte alta del quartiere di Petionville, uno dei pochi ancora sotto il controllo dei governativi, scortati da uomini armati e con il rischio di essere attaccati. “Ci siamo subito diretti verso la Repubblica Dominicana che ha chiuso lo spazio aereo e poi siamo arrivati a Santo Domingo. Abbiamo cercato di restare fino alla fine portando avanti i nostri progetti di cooperazione sia scolastica che alimentare, ma ormai anche le Ong che lavorano con le gang riescono ad entrare nelle bidonville. Ad Haiti quando inauguri un progetto la popolazione ti contesta e ti attacca vedendo negli stranieri la causa di tutti i loro problemi. Anni di fallimenti hanno minato la fiducia e qui è difficile lavorare per tutti. L’Unione Europea è il terzo partner di Haiti dopo gli Usa ed il Canada, ma nessuno ha più un vero peso. Ci sono grandi interessi a fare di Haiti un deposito di armi e droga. Le gang vengono pagate in armi dai narcotrafficanti e l’isola è diventata un hub per il commercio verso gli Stati Uniti e l’Europa. Questa è l’isola Tortuga di Salgari, un covo di pirati e bucanieri che ha distrutto il tessuto della società haitiana”.

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Matteo Giusti, giornalista professionista, africanista e scrittore, collabora con Limes, Domino, Panorama, Il Manifesto, Il Corriere del Ticino e la Rai. Ha maturato una grande conoscenza del continente africano che ha visitato ed analizzato molte volte, anche grazie a contatti con la popolazione locale. Ha pubblicato nel 2021 il libro L’Omicidio Attanasio, morte di una ambasciatore e nel 2022 La Loro Africa, le nuove potenze contro la vecchia Europa entrambi editi da Castelvecchi