Chico Forti, il 65enne trentino che dal 2000 sta scontando l’ergastolo negli Stati Uniti per l’omicidio di Dale Pike, verrà presto estradato. L’iter per il trasferimento di Forti in Italia era stato avviato nel 2020 dopo che il governatore della Florida, il repubblicano Ron DeSantis, aveva accolto un’istanza dei suoi legali che era stata anche annunciata dell’allora ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Trascorsi quattro anni senza alcuna notizia sul suo esito, la premier Giorgia Meloni, in visita negli Usa la scorsa settimana, ha avuto rassicurazione dal presidente Joe Biden che il procedimento di estradizione andrà finalmente a buon fine.

L’ex campione di windsurf potrebbe arrivare in Italia il mese prossimo, come confermato anche dal deputato di FdI Andrea Di Giuseppe (residente a Miami ed eletto nella circoscrizione Nord e Centro America). Per l’iter burocratico potrebbero volerci infatti fra le quattro e le sei settimane al massimo. Il primo passaggio prevede il trasferimento di Forti dal carcere statale vicino a Miami in cui è detenuto ad un penitenziario federale. Successivamente toccherà al Dipartimento di giustizia americano trasmettere al Ministero della giustizia italiano la sentenza di condanna nei suoi confronti e la documentazione necessaria al trasferimento. A quel punto, il Guardasigilli Carlo Nordio dovrà inviare l’incartamento ricevuto alla Corte d’Appello di Trento, competente per l’esecuzione della pena. “I miei uffici lavoreranno per ottemperare nel più breve tempo possibile tutti i passaggi tecnici necessari”, ha fatto sapere Nordio.

Arrivato in Italia, nei confronti di Forti saranno applicate le regole previste dall’ordinamento penitenziario. Avendo già scontato parte della pena potrebbe quindi accedere ai benefici previsti, come il lavoro esterno, previa autorizzazione del magistrato di sorveglianza. Anche chi è condannato all’ergastolo, se meritevole, dopo aver scontato almeno dieci anni, può infatti già ricevere dei permessi premio per uscire dal carcere. Dopo venti, invece, può accedere alla semilibertà per trascorrere parte del giorno fuori dall’istituto penitenziario per lavorare o partecipare ad attività utili al reinserimento.

La vicenda giudiziaria di Forti, raccontata in tantissimi servizi televisivi, iniziò oltre 26 anni fa. Il 15 febbraio del 1998, Dale Pike, figlio di Anthony Pike, proprietario del Pikes Hotel di Ibiza, venne trovato assassinato sulla spiaggia di Sewer Beach a Miami. Fu un surfista a ritrovare il cadavere di Pike, 42 anni e originario di Sydney, in un boschetto vicino alla spiaggia: era stato ucciso con due colpi di pistola calibro 22 sparati alla nuca. Il corpo di Pike era completamente privo di vestiti e gli inquirenti si fecero l’idea che fosse stato simulato un omicidio a sfondo omosessuale. Vicino al cadavere furono rivenuti alcuni oggetti, in particolare un visto turistico con in evidenza le parole “Pike” e “Iberia”, ma anche un ciondolo del locale spagnolo e una carta telefonica dalla quale risultava che le ultime chiamate erano state a Forti. Le indagini rivelarono che Anthony Dale Pike, il giorno prima, era arrivato a Miami con un volo della compagnia Iberia proveniente da Ibiza, con scalo a Madrid.

Forti gli aveva allora dato un passaggio in automobile fino al parcheggio di un ristorante di Key Biscayne, dove lo aveva lasciato intorno alle 19. Una telefonata al Pikes Hotel a Ibiza rivelò che Dale era partito per Miami per annullare la vendita dell’hotel, dopo che il manager, Antonio Fernandez, aveva informato Dale delle presunte truffe di Forti ai danni di suo padre Anthony, affetto da demenza dopo aver contratto l’Hiv. Il locale ai tempi era molto popolare e frequentato anche da tantissime celebrità come Freddie Mercury e Julio Iglesias, oltre a comparire in un famoso video che ha segnato una epoca e girato nel 1983 dagli Wham: “Club Tropicana”. Forti dimostrò di essere a conoscenza della morte di Dale prima che questa fosse stata resa pubblica. Fu smentito dalle prove dell’aeroporto e cambiò la sua versione dei fatti più volte. Infine, ammise di aver prelevato Dale su ordine dell’amico Thomas Knott, che aveva minacciato di uccidere la sua famiglia se avesse rifiutato.

Le indagini furono quanto mai complesse e Forti fu accusato di omicidio e condannato all’ergastolo senza condizionale nonostante alcune irregolarità avvenute durante i suoi interrogatori. Il movente, secondo i giudici, era legato proprio alla compravendita del noto locale spagnolo.