Alfredo Cospito è pericoloso, non si è dissociato, ci sono dati certi e fattuali sui collegamenti con la Federazione anarchica informale, nei suoi scritti continua a propugnare la lotta armata. Questi sono i motivi per cui il 24 febbraio scorso la prima sezione penale della Cassazione ha confermato l’applicazione dell’articolo 41bis carcere duro con tutte le limitazioni possibili persino sui libri da leggere all’anarchico in sciopero della fame dal 20 ottobre del 2022 al quale il Tribunale di sorveglianza ha negato anche il differimento pena per ragioni di salute.

«Cospito potrebbe continuare a essere in termini autorevoli per gli accoliti in libertà se sottoposto a un regime ordinario punto di riferimento e fonte di indicazione delle linee programmatiche criminose e degli obiettivi da colpire – scrivono i giudici – Le forti espressioni contenute in alcuni scritti reiterate e rinforzate attraverso modalità diffusive di conoscenza dimostrano la pericolosità del loro autore». «Cospito esalta l’anarchismo diverso da quello classico e connotato da azioni che mettono in pericolo la vita di uomini e donne del potere soprattuto se rivendicate con sigle costanti nel tempo o ancora inneggiando ad attentati come quello si danni della stazione dei carabinieri di Roma-San Giovanni o dell’amministratore delegato dell’Ansaldo e ribadendo l’affermazione di non essersi pentito dell’azione personalmente commessa che aveva portato al ferimento dell’ingegner Adinolfi», affermano i giudici.

Per la Cassazione ci sono dati certi e fattuali dei collegamenti di Cospito con l’associazione di provenienza per cui era corretta la decisione del Tribunale di Sorveglianza di Roma di confermare il carcere duro. La mancata dissociazione è la ragione principale dell’applicazione del 41bis, un articolo del regolamento penitenziario nato per evitare i collegamenti dei mafiosi con le associazioni fuori dalle prigioni. La Federazione anarchica informale non è una struttura gerarchizzata e costante ma fatta di persone che agiscono individualmente senza dare o prendere ordini. Ma si tratta di osservazioni che i giudici non hanno preso in considerazione.

Ormai esauriti i ricorsi possibili il difensore di Cospito Flavio Rossi Albertini – mentre l’anarchico continua il digiuno rischiando danni non reversibili e la vita – coltiverà le denunce in sede internazionale all’Onu e alla Cedu sperando in una pressione sull’autorità politica affinché sostituisca il regime del 41bis con uno meno afflittivo tipo l’alta sicurezza come aveva suggerito una parte della magistratura inquirente.