Ai giudici del tribunale di sorveglianza di Milano che devono decidere sul differimento della pena e arresti domiciliari a casa di sua sorella Alfredo Cospito dice che può interrompere lo sciopero della fame avviato il 20 ottobre scorso solo se lo mandano a casa o tolgono dalla condizione del 41bis altri detenuti, con riferimento a quelli molto anziani e con problemi di salute.

La procura generale di Milano, quella di Torino e la direzione nazionale antimafia e antiterrorismo danno parere contrario alla scarcerazione per motivi di salute. Francesca Nanni pg di Milano propone che l’anarchico resti stabilmente nel padiglione detenuti dell’ospedale San Paolo in modo da essere costantemente monitorato e curato. Dura in tutto due ore l’udienza dentro l’ospedale dove sono arrivati i giudici e le parti in causa perché Cospito non era in condizione di essere trasferito a Opera per il collegamento in videoconferenza.

I giudici si sono riservati la decisione che depositeranno entro cinque giorni a partire da ieri. La strada per la scarcerazione resta in salita a causa della giurisprudenza contraria sul differimento pena in concomitanza di uno sciopero della fame. In caso di decisione negativa la difesa può ricorrere in Cassazione ma i tempi dell’iter non sembrano compatibili con la salute dell’interessato.