La difesa di Alfredo Cospito ha depositato un’istanza per chiedere gli arresti domiciliari a casa della sorella Chiara per ragioni di salute. Tecnicamente si tratta di una richiesta di differimento pena che sarà discussa il prossimo 24 marzo in un’udienza davanti al Tribunale di Sorveglianza. La presidente Giovanna Di Rosa sarà affiancata dalla collega Ornella Anedda e da due esperti.

La decisione non sarà presa subito perché si tratterà di procedere in materia di salute con esami e perizie sulle condizioni dell’anarchico in sciopero della fame dal 20 ottobre scorso. La questione è molto delicata e va ricordato che in passato il differimento pena è stato spesso negato nei casi in cui lo stato critico di salute viene influenzato dal comportamento stesso del recluso, ad esempio con lo sciopero della fame. A Sassari, dove era detenuto in precedenza, analoga istanza era stata rigettata dal giudice monocratico e la decisione era stata appellata in attesa che se ne occupi un collegio.

Le condizioni attuali di Alfredo Cospito vengono definite stabili secondo fonti penitenziarie giudiziarie e ospedaliere. Non ci sarebbero particolari criticità ma va tenuto conto che l’anarchico non prende più gli integratori da quando la Cassazione il 24 febbraio scorso aveva confermato l’applicazione dell’articolo 41bis del regolamento carcerario rigettando il ricorso contro la scelta del Tribunale di Sorveglianza di Roma. Cospito assume solo acqua, sale e zucchero. A causa di valori giudicati troppo alti, ieri l’altro è stato trasferito dal carcere al padiglione detenuti dell’ospedale San Paolo dove era già stato diversi giorni. Lo spostamento è stato motivato con la necessità di svolgere accertamenti clinici.

“Potrei essere morto e non se ne accorgerebbero”, ha detto Cospito in merito ai controlli nel carcere di Opera, a riferirlo l’avvocato Rossi Albertini che fa sapere: “E’ convito che lo riportano subito in carcere. Lì non sarebbe adeguatamente controllato visto che di notte gli agenti passano a distanza di ore e si limitano a guardare dallo spioncino”. “Lui non ha vocazione suicida – aggiunge il legale – sta facendo una battaglia per la vita perché quella al 41bis è una non vita. È molto provato perché al 138esimo giorno di sciopero della fame ma resta molto lucido e consapevole delle sue scelte”.

Intanto il Comitato nazionale di bioetica al quale si era rivolto il ministro della Giustizia Carlo Nordio sulla questione di una eventuale alimentazione forzata ha fatto sapere di essere contrario a misure coercitive contro la persona. Si tratta di una conclusione raggiunta all’unanimità, mentre su altri punti erano emerse divisioni. Il Comitato ha precisato di non avere alcuna legittimità giuridica politica morale per formulare un parere ad personam. Pertanto la risposta fornita ha solo un carattere generale. Luana Zanella esponente di Sinistra e Verdi commenta che la decisione del Comitato rispetta la dignità delle persone mentre il Governo ha perso ragionevolezza facendo calcoli di altro tipo.

Mentre si è in attesa che il Governo fornisca i chiarimenti chiesti dal Comitato diritti umani dell’Onu, la difesa di Cospito sta lavorando su un’altra istanza sempre relativa al 41bis da presentare alla Corte dei diritti umani di Strasburgo con una procedura d’urgenza tendente a bloccare subito l’applicazione del carcere duro.