Sul caso di Alfredo Cospito, l’anarchico recluso al 41bis al carcere di Opera a Milano e in sciopero della fame dal 20 ottobre scorso, l’ONU richiama l’Italia. A rendere noto in un comunicato il parere delle Nazioni Unite l’avvocato legale di Cospito Flavio Rossi Albertini e il presidente di “A buon diritto Onlus” Luigi Manconi. Rossi Albertini aveva inoltrato una comunicazione individuale alla Commissione Diritti Umani subito dopo il rigetto del ricorso in Cassazione per le condizioni di detenzione del suo assistito.

“Il primo marzo l’Alto Commissariato ONU per i Diritti Umani ha inviato allo stato italiano la richiesta di applicazione di misure temporanee cautelative relative la detenzione al 41bis di Alfredo Cospito. Il documento è stato notificato alla rappresentanza del governo italiano a Ginevra e all’avvocato Flavio Rossi Albertini, che subito dopo il rigetto del ricorso per Cospito in Cassazione aveva inoltrato una comunicazione individuale alla Commissione Diritti Umani denunciando le condizioni di detenzione del proprio assistito”. Il ricorso era stato rigettato venerdì scorso, 24 febbraio.

“In attesa della decisione sul merito della petizione individuale presentata per Alfredo Cospito – si legge ancora nel comunicato – il Comitato per i Diritti Umani delle Nazioni Unite ha deciso di applicare una misura provvisoria che consiste nel richiedere all’Italia di assicurare il rispetto degli standard internazionali e degli articoli 7 (divieto di tortura e trattamenti o punizioni disumane o degradanti e divieto di sottoposizione, senza libero consenso, a sperimentazioni mediche o scientifiche) e 10 (umanità di trattamento e rispetto della dignità umana di ogni persona privata della libertà personale) del Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici in relazione alle condizioni detentive di Alfredo Cospito“.

“Nonostante la richiesta dell’ONU di adottare misure urgenti a protezione del detenuto, trascorsi quasi due giorni dalla notifica del provvedimento, nessuna iniziativa è stata assunta dal Ministro della Giustizia per revocare o quantomeno migliorare la condizione detentiva di Alfredo Cospito. Lo Stato italiano deve, nel rispetto dei propri obblighi internazionali (assunti con la ratifica del Protocollo Opzionale al Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici delle Nazioni Unite), dare esecuzione a tale misura provvisoria. Rappresenterebbe un grave precedente se la decisione adottata dal Comitato rimanesse lettera morta, se l’Italia emulasse l’indifferenza dimostrata per l’ONU dai regimi autocratici“.

“Le misure urgenti – si legge ancora nella nota- vengono adottate dal Comitato quando sussiste il rischio imminente per la tutela dei diritti essenziali della persona e al fine di evitare danni irreparabili al ricorrente nelle more della decisione finale del Comitato. Il danno irreparabile sarebbe ad esempio la morte di Alfredo Cospito durante la detenzione. È chiaro che con questa azione la Commissione sta per la prima volta mettendo in dubbio la legittimità del regime 41-bis rispetto alle convenzioni internazionali. È molto difficile che l’Italia possa dimostrare che una detenzione a vita e in un regime di estremo isolamento stia garantendo il fine essenziale di ravvedimento e riabilitazione sociale. Il Comitato informa inoltre lo stato italiano – concludono Rossi Albertini e Manconi – di aver registrato il caso di Alfredo Cospito con il numero di registro, e di essere in attesa di ottenere maggiori informazioni per raggiungere una decisione finale sul caso. Le misure urgenti hanno effetto immediato”.

Cospito è tornato da alcuni giorni nel carcere di Opera. Era stato ricoverato al San Paolo per l’aggravarsi delle sue condizioni. È al 135esimo giorno di sciopero della fame, ha perso 50 chili. L’avvocato ha fatto sapere che il suo assistito ha sospeso gli integratori “salvavita” che stava prendendo. L’anarchico è determinato ad andare avanti nella sua protesta. Rossi Albertini aveva dichiarato che il collegio difensivo valuta di fare ricorso alla Corte Europea dei diritti umani. “Oggi sono pronto a morire per far conoscere al mondo cosa sia realmente il 41-bis: 750 persone lo subiscono senza fiatare”, ha scritto in una lettera l’anarchico. Prevista domani pomeriggio a Torino la manifestazione Nazionale degli anarchici in solidarietà al detenuto.

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Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.