La ripartenza
Il blitz anti pirateria è già un flop: fermo per cinque giorni, il pezzotto risorge ad EST. Il passaparola sui social: “Non muore mai”
“Segua le mie istruzioni, il segnale è di nuovo attivo”. Per ripristinare il servizio, chi l’ha attivato fornisce anche assistenza. Gli utenti del pezzotto non vengono lasciati mai soli, soprattutto dopo che la maxi operazione di fine novembre, una delle più massicce degli ultimi tempi, messa a segno da oltre 270 operatori di polizia postale, ha spento il segnale delle loro tv. Eventi sportivi, film e programmi di intrattenimento buttati giù dall’operazione ‘Taken Down‘, una campagna europea andata a segno anche grazie al coordinamento di Eurojudt ed Europol, che prometteva di evitare alle aziende private un danno economico di 10 miliardi di euro. In Italia è stata condotta con 89 perquisizione in 15 regioni italiane, all’estero con la collaborazione delle forze dell’ordine di Regno Unito, Olanda, Svezia, Svizzera, e Croazia, rintracciando in Romania e ad Hong Kong 9 server attraverso i quali il segnale audiovisivo veniva diffuso in tutto il Vecchio Continente.
Pezzotto, i cinque giorni per ripartire
E così per qualche giorno gli utenti del pezzotto, che per pochi euro al mese avevano la possibilità di vedere i programmi Sky, Dazn, e quelli delle principali piattaforme di streaming, hanno lasciato da parte il telecomando. Ne sono bastati però cinque per permettere ai fornitori del servizio illegale di riorganizzarsi, migrare su altri server e far ripartire la rete. La guerra all’illegalità è tutt’altro che vinta. Il tempo dell’intervento e gli spettatori ricevono l’informazione direttamente dal proprio istallatore di fiducia. Si tratta molto spesso di tecnici informatici o antennisti che da decenni offrono decoder, oppure di ragazzi che su forum online forniscono accessi e istruzioni per le app IPTV. Basta una chiamata e il proprio ‘pusher’ fornisce le indicazioni per ripristinare la visione: cambiano le credenziali, i parametri da impostare, ma il tutto si risolve con una guida passo passo fatta al telefono e la lista di canali criptati torna visibile. Sui social e forum il modus operandi viene confermato, e scatta il passaparola: “Il pezzotto non muore mai”.
Il pezzotto risorge nell’Est Europa
La nuova fonte del segnale è ancora una volta l’Est Europa, Romania e Bulgaria. Nessun vertice aziendale delle pay-tv ha mai pensato di aver vinto una guerra, ma quei 2500 canali illegali oscurati che totalizzavano un giro di oltre 250 milioni di euro mensili, non potranno più essere rivendicati come un successo. Nel frattempo, sempre sul web, c’è chi esulta per l’ultima pronuncia giurisprudenziale dopo l’assoluzione di 13 “pirati” accusati di ricettazione, ma in realtà dei semplici utenti del pezzotto, acquistato da un sito internet che era gestito da un soggetto residente nel Varesotto e condannati soltanto al pagamento di una multa di 154 euro.
E Dazn, che offrendo tutte le partite di Serie A è tra le principali vittime del sistema, corre ai ripari. Dopo aver messo in vendita a prezzo di saldo un abbonamento trimestrale in occasione del black friday e dell’Immacolata, propone la card pensata per essere regalata a Natale che promette di risparmiare 165€ rispetto al costo di un abbonamento standard. Dopo l’ennesimo aumento dei prezzi di inizio stagione, servirà uno sforzo in più per sconfiggere la pirateria.
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