Tutto è partito dagli animali e con i primi contagi sui gatti si apre, nuovamente, un nuovo fronte che esclude la scomparsa del Coronavirus con l’arrivo dell’estate. E’ quanto sostiene la virologa italiana Ilaria Capua a capo del One Health Center of Excellence all’Università della Florida prima che arrivasse anche la raccomandazione dell’Istituto Superiore di Sanità di isolare gli animali domestici a contatto con padroni affetti da COVID-19 perché “sono suscettibili a SARS-CoV-2. Questo è un fenomeno di portata epocale. Siamo di fronte ad una emergenza sanitaria, ma non è un tunnel senza fine. Ne usciremo ma saremo tutti diversi” ha aggiunto.

Durante una diretta Instagram con il sindaco di Firenze Dario Nardella, Ilaria Capua ha spiegato che in passato il virus della Sars “è scomparso con l’estate ma non per il caldo. La Sars è stata fermata da un contenimento”.  Secondo la virologa italiana a diffondere così tanto il Coronavirus è stata anche la globalizzazione, con la possibilità di spostarsi rapidamente da una parte all’altra del mondo.

“Rispetto alla pandemia spagnola che ci ha messo due anni a fare il giro del mondo perché è ‘andatà a piedi, con le navi, il Coronavirus – spiega – non è un virus super resistente, anzi è fragile, ma si trasmette con grande facilità”.

Con il primo contagio da Covid 19 su un gatto ” arrivato il colpo di coda che ci aspettavamo. Essendo un virus di origine animale, ora torna a infettarli. Bisogna così gestire anche l’infezione degli animali, sia domestici come l’esemplare felino che quelli da reddito, negli allevamenti. E questo sarà un enorme problema di gestione sanitaria pubblica”.

Sul sito dell’Istituto superiore di Sanità si sottolinea che “fino al 2 aprile sono solamente 4 i casi documentati di animali domestici positivi: in tutti i casi all’origine dell’infezione vi sarebbe la malattia dei loro proprietari affetti da COVID-19”. “Il dato, per quanto limitato a poche osservazioni, merita attenzione – si sottolinea – a questi casi di infezione avvenuta naturalmente, si stanno infatti aggiungendo i risultati degli studi sperimentali effettuati in laboratorio su alcune specie domestiche. Questi confermerebbero la suscettibilità del gatto, del furetto e, in misura minore, del cane all’infezione da SARS-CoV-2”.

L’Iss spiega che nei due cani e nel gatto osservati ad Hong Kong, l’infezione si è evoluta in forma asintomatica. Il gatto descritto in Belgio ha, invece, sviluppato una sintomatologia respiratoria e gastroenterica a distanza di una settimana dal rientro della proprietaria dall’Italia. L’animale ha mostrato anoressia, vomito, diarrea, difficoltà respiratorie e tosse ma è andato incontro a un miglioramento spontaneo a partire dal nono giorno dall’esordio della malattia.

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