Proteste in piazza contro la sentenza
Il sindaco di Istanbul condannato, la sentenza ‘politica’ contro l’oppositore di Erdogan: così non potrà sfidare il Sultano nel 2023
Una condanna dal sapore prettamente politico. È quella inferta mercoledì al sindaco di Istanbul Ekrem Imamoglu, che si è visto infliggere una pena a due anni e sette mesi di carcere per aver insultato alcuni funzionari pubblici nel discorso che fece nel 2019 dopo aver vinto le elezioni comunali.
Imamoglu è membro del CHP, il Partito Popolare Repubblicano, il più grande partito socialdemocratico laico della Turchia e principale oppositore del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, che negli ultimi anni ha dato una svolta sempre più autoritaria al suo potere nel Paese.
La condanna a Imamoglu non prevede la carcerazione perché al di sotto del limite per cui in Turchia si applica la pena carceraria, ma lo mette fuori dai giochi politici: prevede infatti il divieto di svolgere incarichi politici per la durata della sentenza.
Se sarà confermata, Ekrem Imamoglu non potrà candidarsi ad altre elezioni e sarà rimosso dalla carica di sindaco di Istanbul. Un problema per il Partito Popolare Repubblicano e in generale per le opposizioni al regime di Erdogan: a giugno si terranno nel Paese le elezioni presidenziali e proprio Imamoglu era considerato, vista la sua popolarità e il suo carisma, come uno dei probabili sfidanti del presidente uscente.
Today’s verdict is an attack on the will of millions of Istanbulites who democratically elected a mayor for their city three years ago.
But nothing ends here.
We will be meeting our fellow city residents outside @municipalityist at 16:00 tomorrow. pic.twitter.com/4FFcFCM78g
— Ekrem İmamoğlu (International) (@imamoglu_int) December 14, 2022
Quanto al processo e alla condanna, il caso politico-giudiziario è nato per una frase che Imamoglu pronunciò nel 2019 dopo aver vinto per la seconda volta le elezioni comunali a Istanbul, la città più popolosa e più ricca della Turchia.
Il primo voto era stato infatti annullato dopo il ricorso presentato dal partito di Erdogan per presunte irregolarità, ottenendo grazie alla sua influenza sul potere giudiziario la ripetizione del voto. Imamoglu riuscì a vincere anche la seconda tornata, uno smacco per Erdogan: il “sultano” iniziò la sua carriera politica a Istanbul, di cui era stato sindaco negli anni Novanta, e perdere la città più importante del Paese è stata una sconfitta eclatante.
Dopo la seconda vittoria elettorale, Imamoglu definì “idioti” i membri del collegio elettorale che avevano annullato il primo voto. “Stavo solo rispondendo, rispedendogli indietro le sue stesse parole, al ministro dell’Interno che mi aveva dato dell’idiota“, si era giustificato il sindaco.
Contro la condanna l’avvocato del primo cittadino, Me Kemal Polat, ha annunciato che farà ricorso. Per questo Imamoglu potrà restare sulla poltrona di sindaco della città, ma i tempi necessari per la nuova sentenza potrebbero complicare una sua candidatura alle presidenziali contro Erdogan.
Ieri sera in migliaia di sono radunati a Saraçhane per sostenere il sindaco. Imamoglu, affiancato da Canan Kaftancioglu, presidente del CHP di Istanbul e artefice della sua vittoria del 2019 (e a sua volta processata per alcuni tweet contro Erdogan), e da Meral Aksener, leader del partito nazionalista IYI che ‘da destra’ sfida Erdogan e che ha già fatto accordi per un fronte comune di opposizione per le prossime presidenziali, ha chiesto il sostegno del suo popolo dal tetto di un autobus: “processo riassume la situazione in Turchia, non c’è giustizia nella Turchia di oggi”, ha detto il sindaco ai suoi supporters.
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