La notizia in poche ore sta facendo il giro del mondo: nel sud della Giordania, a Karak, è stato aperto un ristorante di shawarma dal nome “October 7”. L’insegna del locale fa riferimento alla data del 7 ottobre 2023, quando l’organizzazione islamita e palestinese Hamas mise in atto un attacco terroristico contro Israele, causando circa 1.200 vittime: il “casus belli” della ripresa – tanto rapida quanto preoccupante – del conflitto nella Striscia di Gaza.

Si tratta di un ristorante di shawarma una, pietanza di carne mediorientale che si differenzia dal kebab, siccome la carne non viene cotta su spiedini, ma grigliata su un girarrosto. A riferirlo è il quotidiano “Al Rai”, il quale sottolinea che fuori dal ristorante sono giunte diverse persone, colte da stupore per una scelta così insolita. Per quanto l’episodio rappresenti un fatto isolato, si pone un caso politico: la Giordania confina direttamente con Israele a ovest, mentre a nord con la Siria, a nord-est con l’Iraq, a sud-est con l’Arabia Saudita: tutti Paesi che da un punto di vista geopolitico e diplomatico ricoprono una posizione influente nel conflitto.

Il rapporto tra Giordania e Israele

La Giordania nel 1994 si rivelò il secondo Stato arabo dopo l’Egitto a riconoscere nero su bianco la Repubblica di Israele, ma è un dato di fatto che nel Paese vi sia una forte presenza di uomini e donne palestinesi, che costituiscono una vera e propria comunità: un gruppo portatore di interessi politici e sociali. Il rapporto tra Giordania e Israele è peculiare sul piano religioso: le stime affermano che il 92% dei giordani è musulmano sunnita, mentre un restante 6% è cristiano (con riferimento alla Chiesa greco-ortodossa), quindi vi è sempre stato il tema della convivenza fra la cultura ebrea-israeliana con la cultura araba-musulmana al confine tra i due Stati.

In Giordania vige la Monarchia costituzionale con forma di governo dualista: l’esecutivo è in mano al Re, il ramo legislativo è affidato al Parlamento. Le relazioni con lo stato ebraico sono buone rispetto al contesto del Medio Oriente, ma ora il ristorante è diventato un caso politico, e il leader dell’opposizione israeliana, Yair Lapid chiede la condanna da parte dei colleghi giordani.

Redazione

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