Panico al Pronto Soccorso del Santobono di Napoli
Infermiera visita un 12enne, aggredita con estintore e minacciata dai genitori: “Ti sparo”
Le urla hanno richiamato tutto il personale di turno, le forze dell’ordine. Prima le minacce con un estintore, poi quelle ancora più veementi: “Ti uccido”. È successo tutto nella serata di ieri, intorno alle 21:30, quando due genitori arrivati in pronto soccorso al Santobono per far visitare il figlio di appena dodici anni hanno aggredito l’infermiera che si stava prendendo cura del ragazzino. Tutto scaturito dalla somministrazione di un medicinale. La scena dell’aggressione è stata anche ripresa in un video che riprende i momenti di terrore e agitazione.
La notizia è stata diffusa da Nessuno Tocchi Ippocrate, associazione che tramite i canali social monitora e denuncia casi di aggressioni e violenze nei confronti degli operatori sanitari. Il post riporta il racconto di un’infermiera che ripercorre la violenza ai danni di una collega: tutto è cominciato quando in ospedale è arrivato un ragazzino di 12 anni con dolore toracico e tachicardia che alla valutazione medica tuttavia non risultava. “Dopo aver registrato il ragazzo e aver valutato tutti i parametri vitali, palpato e ispezionato il torace, come da protocollo nazionale la collega somministra al ragazzo Ibuprofene per via orale per alleviare il dolore, informando il genitore sul tipo di medicinale somministrato. A dire dei genitori l’incolumità del figlio era stata compromessa in quanto la collega non aveva chiesto loro se il figlio fosse soggetto asmatico. Preciso che tale informazione non è incidente sulla somministrazione dell’ibuprofene”.
E così è scattata l’aggressione, con le urla che hanno richiamato il personale presente e le forze dell’ordine. L’aggressione è continuata anche nei box di pediatria. Le sale d’attesa sono state evacuate “per salvaguardare l’incolumità dei genitori e dei loro piccoli molto spaventati dalle urla e dalle minacce” e il servizio è stato interrotto per oltre due ore. L’infermiera ha raccontato che “la mia collega è stata minacciata fisicamente prima con un estintore e successivamente con una bombola per l’ossigeno, è stata minacciata di morte e la stessa madre del ragazzo ha dichiarato di essere intenzionata a spararle con una delle pistole della polizia. Entrambi i genitori non hanno accolto nemmeno l’implorante richiesta da parte del figlio in lacrime di tranquillizzarsi”.
L’infermiera è stata messa in sicurezza in una delle stanze date in dotazione ai sanitari. È stata refertata in stato di agitazione, dolore toracico e tachicardia. “Questo è quanto ogni giorno siamo costretti a vivere quando inizia il nostro turno di lavoro. Siamo costretti a vivere tutto questo perché in Campania esiste un unico ospedale pediatrico, la maggior parte degli accessi sono inappropriati e questo perché i pediatri di famiglia sono carenti”, ha continuato la collega della donna aggredita.
Il video dell’aggressione è stato diffuso anche sui social dal consigliere regionale della Campania Francesco Emilio Borrelli. La stessa infermiera vittima dell’aggressione ha scritto una lettera al consigliere in cui ha raccontato: “ Sono stata oggetto di minacce e violenza per più di 2 ore (mi è stata quasi lanciata una bombola di ossigeno ed un estintore) per aver somministrato, chiedendo al genitore presente, del Nurofen a un ragazzo di 12 anni con un dolore toracico, dolore valutato ben 2 volte secondo i protocolli in uso. Ma la madre non presente alla valutazione non era d’accordo sulla somministrazione del farmaco visto che il paziente era a suo dire asmatico (ma non ho avuto modo di farle capire che le due cose non sarebbero mai state correlate!). Sono stanca di svolgere il mio lavoro così, non ho più voglia di combattere la violenza e la mancanza di rispetto per noi operatori sanitari. Non so se mai ci potrà essere soluzione …”.
Nessuno Tocchi Ippocrate ha raccolto in esclusiva anche le parole del primario del Pronto Soccorso dell’Ospedale, il dottor Vincenzo Tipo. “Questi atti di aggressione vile e vigliacca contro il personale in servizio di emergenza non sono più tollerabili. Personale formato per assistere casi gravi che è pronto a lasciare perché non si sente tranquillo e sicuro sul posto di lavoro. E questo è uno dei motivi della fuga di personale dai PS che rischieranno, in breve tempo, di non riuscire più a dare assistenza. La situazione è talmente grave che ci vuole una presa di coscienza da parte di tutte le istituzioni per cercare di porre un rimedio prima che si arrivi al “punto di non ritorno”.
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