Genovese, 50 anni, dal 4 dicembre scorso Walter Massa è il presidente nazionale dell’Arci (Associazione ricreativa culturale italiana): 1.015.204 soci; 4401 circoli; 105 comitati territoriali: “Cura e prossimità – sono state la priorità di questi mesi pre e post pandemici e dovranno essere il motore che ci guiderà anche nel prossimo futuro. Abbiamo un compito difficile da svolgere che è quello legato ad una lotta serrata alla solitudine delle persone che produce paura, intolleranza ed egoismo”, ha dichiarato Massa nel suo primo discorso da presidente e al Riformista spiega le priorità dell’Arci.

Migranti, il governo Meloni ha dichiarato guerra alle Ong che operano nel Mediterraneo. Qual è la logica che sottende il decreto migranti varato dal Consiglio dei ministri e ora all’esame del Parlamento?
Siamo di fronte all’ennesima stortura della realtà secondo cui Ong e reddito di cittadinanza sarebbero i due problemi principali del Paese. Peraltro lettura che accomuna la destra conservatrice nostrana e alcuni settori più liberali in modo inquietante. Su questo terreno la fantasia e la creatività sono del tutto sconosciute anche a questo Ministro dato che ben prima di lui, altri forse più autorevoli inquilini del Viminale, avevano messo al bando il lavoro necessario delle ong. Dai “taxi del mare” al codice contro le ong il passo è più breve di quello che si possa pensare. La logica dietro queste incomprensibili scelte politiche e mediatiche continua ad essere una sola: evitare che il nostro Paese abbia canali d’ingresso regolari stabiliti dalla legge e accusare delle peggiori nefandezze chi si occupa di salvare vite umane. Se si vuole ridimensionare l’operato delle ong, basta ripristinare un programma di ricerca e salvataggio pubblico, europeo, e modificare la legge, abrogando la “Bossi Fini” (nomen omen) e introducendo canali d’ingresso regolari, restituendo alla richiesta d’asilo il ruolo che le convenzioni internazionali e la nostra Costituzione le riconoscono. E soprattutto facendo meno chiacchiere e meno propaganda.

Opposizione parlamentare intransigente al decreto migranti. Sinistra se ci sei batti un colpo. Ma una sinistra del genere esiste ancora?
La sinistra esiste, eccome se esiste. Una sinistra che sull’immigrazione, ad esempio, trova un campo dove stare, definito e netto. Una sinistra che è rappresentata bene sul terreno del fare ma che dovrebbe essere rappresentata meglio e con più coerenza dalla classe politica. E maggiormente rispettata anche dai media mi permetto di aggiungere.

Il crimine dei respingimenti. Cosa ha significato in questi anni il Memorandum d’intesa Italia-Libia?
L’idea che tutto ciò che è proibito sul nostro territorio – per leggi nazionali, comunitarie, per convenzioni o altre norme internazionali – si possa invece fare in quella terra di nessuno che è oggi la Libia. L’esternalizzazione delle frontiere verso il continente africano – ma non solo – si fonda su questa bieca logica. E va respinta con tutte le nostre forze perché mette a rischio i principi stessi delle democrazie europee.

Si aumentano le spese militari, calano i fondi per la cooperazione internazionale e l’aiuto allo sviluppo. Eppure la presidente Meloni evoca un “Piano Mattei” per l’Africa.
La presidente Meloni sbaglia a pensare di essere “più furba” degli altri nascondendosi dietro slogan accattivanti. L’idea che basti citare Mattei per darsi una spolverata di internazionalismo è quanto di più stucchevole possa esistere. Certo pure noi vediamo il passo avanti sul piano lessicale; possiamo interloquire più volentieri con chi usa un linguaggio meno becero ma la sostanza non cambia. Purtroppo però alle parole non seguono i fatti neppure questa volta e ci troviamo oggi con le risorse per la cooperazione e l’aiuto allo sviluppo che diminuiscono, mentre continuano ad aumentare le spese militari. Con buona pace di Mattei.

L’Arci è parte attiva del movimento pacifista. Per aver detto e manifestato contro la guerra in Ucraina, siete stati tacciati di essere “filo Putin”.
L’Arci è parte di un movimento che crede nella politica e nella diplomazia come unico modo legittimo ed efficace per porre termine ai conflitti e ristabilire la legalità internazionale. Ieri come oggi. Ricordo che siamo a pochi giorni dal 15 febbraio. Nel 2023 saranno 20 anni dalla manifestazione più grande del mondo contro la guerra in cui l’Arci fu protagonista a livello globale e dunque non dovrebbero essere una novità le nostre posizioni. Siamo certamente un soggetto scomodo che si è provato a mettere nell’angolo con accuse a tratti infamanti. Ma in quanto a credibilità e coerenza non prendiamo lezioni da nessuno. Detto questo noi ci siamo subito schierati dalla parte dei civili, portando aiuti in Ucraina e accogliendo in Italia, sostenendo famiglie, donne, anziani e bambini a vivere qui, nel nostro Paese. I novelli resistenti pontificano in tv, magari cantando per la prima volta “Bella ciao” e poi tanti saluti.

A proposito di guerre. Ci sono quelle colpevolmente ignorate e popoli altrettanto colpevolmente traditi: Siria, Yemen, Afghanistan, Palestina, la resistenza curda nel Rojava etc…Cosa c’è dietro queste “dimenticanze”?
Fa il paio con la domanda precedente. Noi non guardiamo ai conflitti, alle ingiustizie, alle sofferenze, ai profughi con le lenti degli interessi geopolitici, come fa gran parte del sistema politico. Questo perché abbiamo inevitabilmente ruoli differenti. Per noi gli autocrati sono autocrati sempre e ovunque, e non ci sono bombe buone e bombe cattive. Continuiamo per contro ad operare direttamente in Siria, come in Palestina; sosteniamo da sempre i curdi e la loro autodeterminazione e stiamo operando a spese nostre attraverso i corridoi umanitari per portare in salvo soprattutto donne e bambini dall’Afghanistan. E troviamo anche il tempo di accogliere migliaia e migliaia di donne, disabili, bambini e anziani in fuga dall’Ucraina. Ma davvero possiamo perdere tempo con i leoni da tastiera e con i novelli Masaniello della politica italiana? Che scoprono quasi per la prima volta gli effetti devastanti di una guerra alle porte di casa nostra non facendo però mancare l’assenso sull’invio di armi?

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Esperto di Medio Oriente e Islam segue da un quarto di secolo la politica estera italiana e in particolare tutte le vicende riguardanti il Medio Oriente.