Il capo missione di Geo Barents, Juan Matias Gil, in un’intervista rilasciata al Riformista denuncia la gravità e l’illegalità del decreto varato dal governo italiano contro chi fa soccorso in mare e prova a salvare i naufraghi. La Geo Barents è una delle navi di soccorso che fanno capo a Medici senza frontiere (Msf) antica associazione di volontari francesi. Proprio ieri la Geo Barents ha sbarcato 85 naufraghi nel porto di Taranto. È il primo sbarco dopo il varo del decreto spazza-naufraghi.

Gil è durissimo col governo italiano. E si chiede che fine avrebbero fatto quegli 85 naufraghi se non fossero stati salvati dai soccorritori francesi. La risposta è molto semplice. Alcuni, o forse tutti, sarebbero sicuramente affogati, alcuni, forse, recuperati dai libici e portati nei campi di concentramento nei quali – esistono documenti a tonnellate che lo confermano – si viene torturati, maltrattati e talvolta uccisi.

Ha un senso varare un decreto che ha il solo obiettivo (dichiarato) di ostacolare i soccorsi in mare? Questo decreto non va palesemente contro il buonsenso e ovviamente contro la legalità internazionale e le leggi del mare? Oltre che, in modo evidente, contro l’articolo 10 della nostra Costituzione? E allora perché il governo lo ha varato e il presidente della Repubblica lo ha firmato?

Il governo, penso, lo ha varato per ragioni di propaganda. Esiste una forte spinta anti-immigrati, nell’opinione pubblica, e assecondarla porta consensi. La propaganda è una delle più rispettabili e necessarie braccia della politica. È legittimissima. Anche quando mette a rischio la vita umana?

Io resto sconvolto quando osservo la gigantesca capacità di indignazione del nostro sistema informativo, ad esempio di fronte ai soldi che forse sono stati incassati da Antonio Panzeri, contrapposta alla totale indifferenza per la follia di chi, tra le forze di governo, violando le leggi e commettendo, di sicuro, il reato di omissione di soccorso – follia non solo di questo governo ma di molti governi precedenti – si oppone per ragioni strettamente opportunistiche alle Ong che salvano i naufraghi. Per me è più grave lasciare morire un naufrago che prendere una tangente.

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Giornalista professionista dal 1979, ha lavorato per quasi 30 anni all'Unità di cui è stato vicedirettore e poi condirettore. Direttore di Liberazione dal 2004 al 2009, poi di Calabria Ora dal 2010 al 2013, nel 2016 passa a Il Dubbio per poi approdare alla direzione de Il Riformista tornato in edicola il 29 ottobre 2019.