“Missione compiuta” così Giancarlo Giorgetti, ministro dell’economia dopo l’approvazione definitiva in Senato della prima Legge di Bilancio del Governo di Giorgia Meloni. Una maratona tra polemiche delle opposizioni per la compressione dei tempi di discussione poi l’approvazione dopo la fiducia: i voti favorevoli sono stati 107 (erano stati 109 per la fiducia), i contrari 69 e uno è stato l’astenuto. “Sono soddisfatto di questa prima manovra economica. La considero una missione compiuta. Scritta in tempi record e in una situazione di contesto eccezionale non positivo, il bilancio che abbiamo presentato rispetta gli impegni presi con gli elettori e ha maturato prima la fiducia dei mercati e delle istituzioni europee e ora ancora più importante, quella del Parlamento. Prudenza, coerenza e responsabilità costruiscono fiducia. Avanti così”, ha continuato il ministro.

Con il disco verde del Senato si scongiura il ricorso all’esercizio provvisorio che sarebbe scattato dal 1° gennaio 2023. E anche la premier Giorgia Meloni dalla conferenza di fine anno ha espresso la sua soddisfazione: “Quando non c’è approccio pregiudiziale da parte dell’opposizione, possono arrivare anche buone idee. Ritengo il dibattito parlamentare prezioso. Avrei voluto dare più tempo alla legge di bilancio. Ma senza fare polemiche, il precidente governo ha depositato la legge di bilancio l’11 novembre ed era in carica in febbraio. Nonostante questo, all’epoca i tempi del dibattito parlamentare furono sicuramente più strozzati dei nostri. Non rinnego di aver detto che non avrei votato il Pnrr, quando ero all’opposizione, perché non l’avevamo letto in quanto ci è stato consegnato un’ora prima. Chi dell’opposizione mi ha chiesto confronto sulla manovra ha avuto la mia accoglienza”. “Il prossimo anno lavoreremo in anticipo e depositeremo” in Parlamento “la legge di bilancio nei tempi previsti”, ha aggiunto.

La Manovra da 35 miliardi è stata approvata in una corsa contro il tempo. Ventuno articoli, migliaia di commi, per un totale di 488 pagine con misure che, per quasi due terzi, sono dedicate al finanziamento degli aiuti a imprese e famiglie per contrastare il caro-energia. Di seguito le principali misure approvate.

Cuneo fiscale, taglio del 3% fino a 25mila euro

Aumentano i lavoratori dipendenti che avranno diritto al taglio del cuneo fiscale del 3%: il reddito lordo annuo passa da 20 mila a 25 mila euro. Due punti del reddito andranno ai lavoratori, mentre un punto finirà alle imprese. Per quanto riguarda i redditi fino a 35 mila euro viene invece confermato il taglio del cuneo al 2% introdotto dal governo Draghi.

Novità per gli autonomi

La manovra conferma la Flat tax per partite Iva e viene innalzata da 65 mila a 85 mila euro la soglia di reddito per accedere all’agevolazione fiscale del 15%. Fino a 100 mila euro viene applicata (sempre solo per Partite Iva e autonomi) la Flat tax incrementale del 15% sulla differenza tra l’incremento e il reddito più alto dell’ultimo triennio.

Tetto al contante a 5mila euro

Il tetto al contante resta a 5.000 euro, a partire dal primo gennaio 2023. Il tetto all’obbligo per i pagamenti digitali, che nei giorni scorsi aveva destato molta polemica, è saltato insieme all’articolo 69 del disegno di legge Bilancio che autorizzava gli esercenti a non accettare pagamenti con Pos o carte di credito fino a 60 euro di spesa senza incorrere in sanzioni. Il governo ora pensa a un fondo per ridurre le commissioni sui micropagamenti digitali a carico degli esercizi commerciali.

Assegno unico aumenta del 50%

Potenziato l’Assegno unico universale (Auu). La misura fa parte del cosiddetto “pacchetto famiglia” che in legge di Bilancio vale 1,5 miliardi. Cresce del 50% l’assegno unico per le famiglie dai 4 figli in su. Si prevede, in sintesi, per il 2023 un aumento degli importi del 50% per ciascun figlio con meno di un anno. Lo stesso incremento è riconosciuto ai nuclei familiari con tre o più figli, per ciascun figlio di età compresa tra uno e tre anni (l’emendamento aumenta la maggiorazione dagli attuali 100 euro a 150 euro e rendendola strutturale), a condizione però che l’Isee familiare sia inferiore a 40 mila euro.

Tasse su tabacco e sigarette

Le tasse sul tabacco aumenteranno dal 2023, ma cambiano rispetto alla formulazione originaria: ci sarà una riduzione dell’aumento previsto per il pacchetto di sigarette e un contemporaneo aumento della tassazione per le confezioni di trinciato. In particolare, per un pacchetto di sigarette di prezzo medio (circa 5 euro) l’aumento previsto inizialmente di 20 centesimi scende a circa 10-12 centesimi. Il mancato gettito, di circa 48 milioni, viene invece coperto aumentando il tabacco trinciato: per le confezioni più diffuse rincaro sarà di circa 40 centesimi.

Congedo parentale retribuito

I lavoratori avranno diritto a un mese in più di congedo parentale retribuito pagato all’80%. E anche per i padri (nella prima versione del testo, era solo per le madri), che possono richiederlo in alternativa. I figli devono avere meno di 6 anni.

Mutui a tasso fisso

Viene ripristinata la norma che permette di trasformare i mutui ipotecari da tasso variabile a tasso fisso. Il governo intende riproporre una norma varata nel 2012 in virtù della quale le banche dovranno effettuare gratuitamente e a condizioni prefissate il cambio tra fisso e variabile. Il tasso del nuovo mutuo a tasso fisso sarà determinato partendo dai valori dell’Eurirs, il parametro di costo del denaro a lungo termine che in genere serva da base per il pricing del mutuo fisso.

Pace fiscale

Confermato lo stralcio delle cartelle esattoriali fino a 1.000 euro emesse tra gli anni 2000 e 2015. Previste agevolazioni per i debiti degli anni 2019, 2020 e 2021 con sconti delle sanzioni al 3%.

Pensioni e quota 103

L’assegno delle pensioni minime passa da 500 a 600 euro per i pensionati con più di 75 anni. Per tutti gli altri, le pensioni minime salgono a 571,6 euro. Si tratta di una norma transitoria, in vigore per soli due anni. La Manovra rivede anche le aliquote di rivalutazione delle pensioni per il recupero dell’inflazione. L’aumento resta del 7,3% per le pensioni fino a 4 volte il minimo. Cala, invece, per le pensioni oltre quella soglia: 6,2% per gli assegni fino a 5 volte il minimo (pari a circa 1.600 euro netti), 3,8% tra 5 e 6 volte il minimo.
Nel 2023 chi avrà 62 anni di età e 41 anni di contributi, potrà lasciare il lavoro in anticipo con un assegno che non sarà cumulabile con altri redditi da lavoro e avrà un limite (non superiore a 5 volte il minimo, pari a circa 2.600 euro lordi). Poi, arrivati all’età pensionabile, ovvero, 67 anni, l’importo sarà pieno. Chi non approfitta dell’anticipo pensionistico, può beneficiare del “bonus Maroni” rinunciando a tutti i contributi dovuti dal datore di lavoro che finiranno direttamente in busta paga, senza però concorrere al computo della pensione finale.

Resta “Opzione donna”

Resta per un anno ancora «Opzione donna», la possibilità di accesso anticipato alla pensione per le lavoratrici dipendenti. Con la manovra, però, si prevede una doppia stretta: si introducono requisiti per richiederlo (finora era per tutte) e cambiano le soglie anagrafiche. Possono fare domande le lavoratrici invalide almeno al 74%, le caregiver per un genitore non autosufficiente, le licenziate o dipendenti di aziende in crisi. L’età dovrà essere di almeno 60 anni, non più a 58, ma le madri possono anticipare di un anno (se hanno un figlio) o di due (se ne hanno di più). L’assegno pensionistico, calcolato interamente con il sistema contributivo, si decurta fino al 30%.

Reddito di Cittadinanza

La Manovra proroga il Reddito di cittadinanza per chi è in condizione di lavorare solo per massimo 7 mesi (invece degli 8 previsti inizialmente). Innalzata la soglia di decontribuzione (da 6.000 a 8.000 euro) per i datori di lavoro che assumono i beneficiari, a tempo indeterminato.

I bonus per le case green
Un aiuto a chi acquista case green: Sempre per le abitazioni, arrivano anche i bonus con l’Iva al 50% per l’acquisto di case, di classe energetica A o B, entro il 31 dicembre 2023 direttamente dal costruttore. Si tratta di una detrazione ripartita “in quote costanti nell’anno in cui sono state sostenute le spese e nei nove periodi d’imposta successiva”. Scende inoltre per tutto il 2023 al 10% (dal 22%) l’Iva sul pellet, mentre quella sul teleriscaldamento scenderà al 5% per il primo trimestre 2023.

Novità per il Superbonus

Slitta il termine ultimo per la presentazione della Cilas (la dichiarazione di avvio lavori per il Superbonus): viene spostato dal 25 novembre al 31 dicembre 2022. Fino a quel giorno si potrà ancora usufruire dell’agevolazione edilizia al 110%, che invece scenderà al 90% dal primo gennaio 2023. La proroga vale solo per i condomìni (ma le delibere assembleari devono essere state adottate tra il 19 e il 24 novembre 2022) e per gli interventi di demolizione e ricostruzione degli edifici.

Aiuti a famiglie e imprese contro il caro energia

Il governo ha destinato 21 miliardi di euro, su un totale di 35 miliardi, per mitigare gli effetti dei rincari di luce e gas. Per i soggetti più fragili, per esempio, ci sono 2,5 miliardi di euro attraverso il bonus sociale che prevede uno sconto automatico per le utenze di gas e luce dei nuclei familiari con Isee fino a 15 mila euro annui. Ulteriori risorse per l’azzeramento degli oneri di sistema in bolletta e il taglio dell’Iva sul gas al 5% assorbono 3,8 miliardi, mentre l’azzeramento degli oneri di sistema dell’energia elettrica vale 963 milioni di euro. Con la manovra viene rifinanziato fino al prossimo 30 marzo 2023 il credito d’imposta relativo alle bollette elettriche e alle utenze gas per bar, ristoranti e attività commerciali, in particolare il beneficio fiscale rispetto ai precedenti decreti Aiuti salirà dal 30 al 35%. Un meccanismo analogo è previsto anche per le imprese cosidette energivore e gasivore: in questo caso il credito d’imposta per l’acquisto di energia elettrica e gas viene fissato al 45%, mentre in precedenza era previsto al 40%.

Sgravi per le assunzioni al Sud

la manovra non solo conferma il taglio 100% dei contributi per i datori di lavoro che assumono under 35, ma aumenta la soglia dagli attuali 6 mila a 8 mila euro, come fortemente richiesto da Forza Italia. L’azienda può beneficiare dell’agevolazione se il neoassunto non ha ancora compiuto 35 anni e non ha mai avuto un’occupazione a tempo indeterminato con la stesso o con un altro datore di lavoro nel corso della loro vita professionale. Lo sgravio è previsto per un periodo massimo di 36 mesi, che diventano 48 se l’assunzione avviene nel Sud Italia. Si tratta di 500 euro al mese, una cifra ridotta nel caso di rapporti di lavoro a tempo parziale e riproporzionato in base alla misura di 16,12 euro per ogni giorni di fruizione dell’esonero. Sono esclusi i premi aziendali e i contributi relativi all’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali.

Smart Working solo per i fragili

Nella manovra c’è spazio anche per la proroga allo smart working fino al 31 marzo 2023, ma non sono più citati i genitori di figli con meno di 14 anni. La norma riguarda solo i lavoratori fragili, sia nel settore pubblico che nel privato, anche esercitando se necessario un’altra mansione. Per tutte le altre categorie di lavoratori sarà obbligatorio un accordo individuale.

Carte per i giovani

La manovra ha eliminato l’a 18App e ha introdotto le Carta Cultura Giovani, assegnata ai neomaggiorenni il cui nucleo familiare ha un Isee inferiore ai 35 mila euro, e una Carta Merito, destinata a coloro che hanno ottenuto il voto massimo di 100/100 all’esame di maturità. Ciascuna ha il valore di 500 euro e sono separate, ma cumulabili fino a un massimo di mille euro nel caso in cui i ragazzi rispettino entrambi i requisiti. Inoltre, è stato istituito un sistema di controlli e sanzioni per evitare truffe e utilizzi impropri dell’incentivo: per gli esercenti l’ammenda sarà tra un minimo di mille euro fino a 50 volte la cifra impiegata indebitamente. Chi ha maturato i diritti del bonus cultura nel corso del 2022 (quindi coloro che sono nati nel 2004) potrà usufruire dell’erogazione nel 2023. Con il nuovo regime a due carte, l’assegnazione agli aventi diritto (i nati nel 2005) partirà con il nuovo anno e l’erogazione nel 2024. Quindi, per il 2023 rimarrà relativa la dotazione finanziaria da 230 milioni di euro già prevista, dal 2024 si prevede che scenderà a 190 milioni.

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