Alla Camera anche il dl anti-rave
Manovra: il 27 dicembre la prima seduta blindata al Senato e il 29 l’ultima per scongiurare l’esercizio provvisorio

Dopo le sessioni interminabili in commissione, le maratone notturne, le tensioni e discussioni tra i partiti, la manovra ha finalmente superato lo scoglio della Camera. Ma il lasciapassare di Montecitorio a una Finanziaria da 35 miliardi, ottenuto con 197 voti a favore, 129 contrari e due astenuti, non è l’ultimo passaggio che il provvedimento di bilancio è chiamato a superare. Il testo infatti deve passare ora per il Senato, e sarà un esame totalmente blindato, visto che la manovra deve essere approvata senza modifiche per ottenere il via libera definitivo entro il 30 dicembre e scongiurare l’esercizio provvisorio.
La prima convocazione post pausa natalizia è prevista per il 27 dicembre alle 14 a palazzo Madama e sarà l’avvio della sessione di bilancio con l’invio del testo alle commissioni. I tempi di lavoro e i margini di manovra sono molto ristretti, ma tecnicamente sufficienti per far terminare i lavori entro la fine dell’anno ed evitare così l’esercizio provvisorio, uno scenario che nella storia della Repubblica si è verificato l’ultima volta 34 anni fa, nel 1988.
Per velocizzare l’iter, anche il Senato approverà la manovra con la fiducia, senza quindi dare la possibilità ai parlamentari di mettere ulteriormente mano alle misure. Dopo la seduta del 27, il calendario prevede che l’assemblea di Palazzo Madama si riunisca il 28 dalle 9,30 e il 29 sempre dalle 9,30. Questa ultima convocazione, però, contiene una specifica che fa capire le previsioni sui tempi di approvazione: è prevista infatti la dicitura “se necessaria”.
L’ipotesi è che il 29 la manovra possa essere già stata licenziata e che si chiuda entro i termini previsti questa lunga marcia del ddl bilancio, resa anomala dalle inedite tempistiche di un voto a settembre. Ma è proprio sui tempi della manovra che fanno perno le critiche delle opposizioni: “Tutta la notte in Aula a tentare di far cambiare idea alla maggioranza sui tagli alla sanità, sulla fine di Opzione donna e sulle misure inique della Legge di Bilancio – ha scritto il segretario del Pd, Enrico Letta – E il primo voto di una delle Camere arriva la vigilia di Natale. A rischio esercizio provvisorio. Mai successo”. Ma la maggioranza non pare temere lo sforamento delle scadenze: “Letta dimostra di essere un ‘fatino smemorino’ – gli ha risposto il capogruppo di FdI alla Camera, Tommaso Foti – Non è affatto vero infatti, che mai prima d’ora si era arrivati col voto della manovra alla vigilia di Natale. I tempi della legge di bilancio sono gli stessi dello scorso anno, con la differenza che il governo Meloni si è insediato solo pochi mesi fa e non gode dell’ampio sostegno di cui godeva inizialmente il cosiddetto governo dei migliori”. Per la capogruppo del M5S in commissione Bilancio, Daniela Torto, le misure “sono tutte bandierine per evitare l’implosione di questa maggioranza frammentata e divisa su tutto”.
Alla Camera si affronterà anche il decreto anti-Rave: un altro provvedimento il cui via libera definitivo corre sul filo del tempo. Approvato il 13 dicembre al Senato, è atteso alla Camera per il 27: pena la decadenza, dovrà essere convertito entro il 30 dicembre.
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