Il dato
Italiani disillusi dalla politica, “tanto non cambia mai nulla”. Anche con Meloni elettori smarriti
Un Paese disilluso e sfiduciato, in attesa – come nei racconti di Buzzati – di qualcosa che non arriva mai. È la fotografia scattata dall’ultimo rapporto FragilItalia “Astensionismo”, curato da Area Studi Legacoop e Ipsos. 7 italiani su 10 non si sentono rappresentati dalla classe politica; due terzi ritengono che il loro voto non incida sulle decisioni politiche; 6 elettori su 10 scelgono di non votare per disillusione verso i partiti e per la mancanza di impegno sul tema fiscale, mentre più di un terzo afferma di non sentirsi sufficientemente informato.
In questa sindrome del “tanto non cambia mai nulla”, il 63% degli intervistati cita la disillusione verso i partiti, il 62% la mancanza di impegno sul tema fiscale e il 56% la delusione per precedenti esperienze di voto. Paradossalmente, però, l’80% degli italiani continua a considerare il voto un dovere civico – spesso bruciato dalla ieratica certezza di non incidere. In un tempo sospeso, in cui il voto è percepito come lontano e inutile, gli italiani ritengono facile votare solo alle elezioni comunali (69%), mentre alle europee la percentuale scende al 50%. Più l’istituzione è distante, più l’elettore si smarrisce. E così l’astensione, più che apatia, diventa una protesta silenziosa: per un italiano su due è un gesto politico, e per i ceti popolari lo è addirittura per il 64%.
In questo clima di smarrimento, una flebile luce di speranza resiste: 4 astenuti su 10 tornerebbero alle urne se trovassero un candidato capace di rappresentarli. Chiedono meno corruzione (55%), programmi concreti (43%), attenzione alla vita quotidiana (34%) e trasparenza (30%). Il problema, come nel monologo del protagonista di Trainspotting, non è tanto il fatto di vincere o perdere: è che non si gioca più.
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