Almeno 15 morti e oltre 2800 feriti
La strage dei cercapersone, chi c’è dietro le esplosioni in simultanea dei beeper di Hezbollah: un messaggio prima del botto
La strage dei cercapersone. Sono almeno 15 le vittime e circa 2800 le persone ferite in Libano dove nel pomeriggio di martedì 17 settembre si è verificata una esplosione in simultanea dei dispositivi che Hezbollah distribuisce ai suoi militanti. Duecento i feriti considerati in gravi condizioni. Ospedali presi d’assolto, immagini atroci e raccapriccianti (c’è anche una bambina di 10 anni tra oltre sette vittime) quelle che provengono da Beirut e da altre zone del Libano oltre che dalla Siria dove sarebbero sette le vittime.
Strage cercapersone, Hezbollah accusa Israele
Il portavoce del governo libanese ha affermato che il governo ritiene Israele responsabile dell’esplosione dei cercapersone e lo considera una violazione della sovranità libanese. Anche Hezbollah, organizzazione sciita fedele all’Iran, accusa Israele della “totale responsabilità” per le esplosioni in Libano, che hanno provocato almeno otto morti e migliaia di feriti, annunciando poi che ci sarà “una giusta punizione” e smentendo un coinvolgimento del leader Hasa Nasrallah. Dal canto suo Israele al momento non ha rilasciato alcuna dichiarazione ufficiali. Tra i feriti, non in gravi condizioni, anche l’ambasciatore dell’Iran a Beirut Mojtaba Amani.
Ma cosa è successo in Libano e Siria?
Secondo una prima ricostruzione, l’esplosione sarebbe stata preceduta da un messaggio arrivato sui dispositivi. A sostenerlo è la rete libanese Mtv. Cercapersone che erano stati aggiornati da poco da Hezbollah che aveva acquistato quest’ultimo modello appena pochi mesi fa. Un funzionario di Hezbollah ha spiegato al Wall Street Journal che centinaia di agenti dell’organizzazione possedevano tali dispositivi e tra le ipotesi c’è quella di un malware che ne ha causato il surriscaldamento e l’esplosione, molti infatti infastiditi dal calore proveniente dal dispositivo se ne sarebbero liberati prima che esplodessero. L’esplosione dei beeper sarebbe stata innescata da remoto. Da tempo Hezbollah invitata i proprio miliziani a non utilizzare i cellulari perché sotto controllo israeliano. Il 13 febbraio scorso il leader Nasrallah aveva chiesto a tutti i membri del partito di smettere di distruggere o chiudere in scatole di ferro i telefonini perché “sono agenti di morte”.
L’ex portavoce del governo israeliano, Eylon Levy, commenta all’Adnkronos quanto accaduto in Libano, sperando che dietro ci sia il Mossad: “Spero che l’eliminazione di migliaia di terroristi di Hezbollah dal campo di battaglia in una fenomenale operazione di intelligence incoraggerà il proxy dell’Iran ad arretrare, così che 60mila sfollati israeliani possano tornare sani e salvi nelle loro case”.
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