Cari lettori, i giornali sono come le tartarughe, vivono più degli uomini e attraversano la storia e le generazioni. Trentasette giorni, tanto è durata la mia avventura al Riformista, sono un’inezia. Di cui presto nessuno porterà memoria. Eppure, in questo tempo così breve, ho avuto il privilegio di assistere alla nascita di una comunità di giornalisti e uomini di impegno civico che hanno preso l’abitudine ogni mattina di ritrovarsi a discutere del Paese che fa, e di quello che vorremmo fosse l’Italia. Sotto i miei occhi questa pattuglia è cresciuta con l’applicazione e l’apertura di chi sa che le idee, se coltivate con cura, accendono un fuoco che scalda la mente e il cuore. Per un direttore è una soddisfazione tanto intensa quanto segreta, che ripaga la fatica di fare il giornale.

Così, anche se mi aspetta un’altra avventura, in questo momento il mio pensiero va ai giovani colleghi, Francesca Sabella, Riccardo Annibali e Luca Sablone, che mi hanno aiutato a regolare la fiamma, ai giornalisti più esperti, come Claudia Fusani e Aldo Torchiaro, che ci hanno messo la loro ricca fascina, agli uomini di pensiero e di mestiere, ne cito uno per tutti, Paolo Guzzanti, che il fuoco hanno spinto all’insù soffiando con il loro alito, e ancora ai bravi colleghi del sito, guidati da Davide Nunziante, che muovendo i tizzoni ardenti con la rapidità della tecnica hanno diffuso il calore del riformismo per ogni dove.

Me ne vado senza voltarmi, perché il giornalismo non ama i rimpianti, ma so che quel fuoco arderà a lungo e ancora di più. Perché a tenerlo in piedi arriva Claudio Velardi, uomo di genio e di passione, a cui faccio gli auguri più sinceri. Me ne vado rincuorato di ciò che, cari lettori, vi aspetta. E con un pensiero grato per l’Editore, Alfredo Romeo, che mi ha dato un’occasione così ghiotta. Trentasette giorni sono un’inezia. Ma il tempo si misura sotto pelle. Già sento che questo spicchio di vita risalirà lungo la mia memoria fino alla testa, con l’intensità delle cose irripetibili.

alessandro barbano

Nato a Lecce il 26 luglio 1961 è un giornalista, scrittore e docente italiano. È stato condirettore del Corriere dello Sport, editorialista di Huffington Post, conduttore della rassegna stampa di Radio radicale, Stampa e Regime, e curatore della rubrica di libri War room books sul sito romaincontra.it. Ha diretto per quasi sei anni il Mattino di Napoli (2012- 2018) e per cinque è stato vicedirettore del Messaggero. Laureato in giurisprudenza all'università di Bologna, giornalista professionista dal 1984, ha insegnato teoria e tecnica del linguaggio giornalistico, organizzazione del lavoro redazionale, sociologia delle comunicazioni di massa, retorica, linguaggi e stili del giornalismo, giornalismo politico ed economico all'Università La Sapienza di Roma, all'Università del Molise, alla Link University e all’Università Suor Orsola Benincasa. È autore di saggi dedicati al giornalismo e a temi di carattere politico e sociale: La Gogna (Marsilio 2023), L’inganno (Marsilio 2022), La visione (Mondadori 2020), Le dieci bugie (Mondadori 2019), Troppi diritti (Mondadori 2018), Dove andremo a finire (Einaudi 2011), Degenerazioni (Rubbettino 2007). Al giornalismo ha dedicato Professionisti del dubbio (Lupetti 1997), l’Italia dei giornali fotocopia (Franco Angeli 2003) e Manuale di giornalismo, (Laterza 2012). Presiede la Fondazione Campania dei Festival. Nominato dal Ministro dei Beni culturali, è componente del consiglio di indirizzo del Teatro di San Carlo e del museo di Palazzo Reale di Napoli. Dall'11 marzo 2024 è direttore del Riformista.