Andrea Zuin insieme alla compagna Tatiana Marchetto è l’organizzatore delle serata del rito sciamanico dell’abbazia di Vidor, dove è avvenuto il rituale che ha visto tra i suoi partecipanti Alex Marangon, e forse anche il suo assassino. Soprannominato “Zu”, lo sciamano è ospite dei proprietari del complesso di Santa Bona. “Non era la prima volta che Alex veniva ai nostri eventi”, racconta con la fidanzata a La Tribuna, in particolare l’ultimo era nato con l’obiettivo di proseguire la “due giorni che faceva seguito ad un concerto di musica medicina fatto in Abbazia la settimana precedente”.

L’ultima notte di Alex Marangon raccontata dallo sciamano Andrea Zuin

Dalle interviste rilasciate a giornali e tv, il racconto di Zuin parte dalla prima cerimonia, iniziata alle 20:30 del venerdì e proseguita fino a tarda notte. Sabato il gruppo ha riposato, e poi fatto un bagno nel Piave nel pomeriggio, evento a cui ha partecipato anche Alex che “era presente anche il giorno prima”. Sabato invece lo ricordano “in giardino” a “riposare e fare esercizi a corpo libero”.

Poi, col calare delle luci, l’inizio del rito. Sulla presenza di allucinogeni la coppia precisa: “Si fa confusione, non li abbiamo assunti, ma è stata portata una mistura di erbe per una tisana purgativa che ha anche effetti sulla mente ma molto leggeri. L’hanno bevuta tutti”. Un passaggio obbligato nel rituale tra musica e danza. Nella serata di sabato ad un tratto punto Alex si è alzato. Si è allontanato in compagnia di due persone (questo quando riferito, alla lettera, da Zuin, e secondo un’altra versione si tratterebbe dei due curanderos) i quali “quando lo hanno visto uscire lo hanno seguito. Successivamente il ragazzi si è messo a correre, facendo perdere le sue tracce”. “Noi eravamo dentro e stavamo suonando un pezzo che si chiama La forza dell’amore'”, continua. Erano passate da parecchio le tre del mattino quando è salita la preoccupazione: “Abbiamo iniziato a cercarlo tutti. Dove sono arrivati i carabinieri, siamo arrivati anche noi. Non c’erano tracce del suo passaggio, niente rami spezzati o altro. Quando ci siamo resi conto che non c’era da nessuna parte, abbiamo chiamato polizia e soccorsi”, aggiunge in un’intervista al Messaggero.

Il mistero dei due curanderos latino-americani

Lo sciamano parla anche dei due curanderos latino-americani, spariti dopo la morte di Alex, e sospettati del suo omicidio. Johnny Benavides e un altro uomo di cui non è stato reso noto il nome. Secondo gli inquirenti, potrebbero essere i testimoni chiave nell’inchiesta sulla morte. Si trovavano all’esterno dell’abbazia e forse cercavano di calmarlo. Questo, almeno, è quanto avrebbero raccontato i cinque partecipanti alla festa sciamanica interrogati di recente. Ora non si trovano più. “Non sono qui. Ma non ho alcun sospetto che possano aver fatto del male ad Alex. Ci metterei la mano sul fuoco. Siamo in contatto con loro e loro sono disponibili a parlare, se i carabinieri li chiamano”. Ribadendo il dispiacere per Alex aggiunge qualche battuta anche sul loro legame, “ero suo amico, non lo conoscevo da tanto tempo ma mi piaceva, gli volevo bene e lui aveva fiducia in me”.

Redazione

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