Accantonata Rousseau si è votato su Skyvote
M5S vara nuovo statuto di Conte, Crimi gongola: “Mai avuta una partecipazione così alta…”
Nel gioco delle coppie della politica, questa estate, Enrico Letta marca a uomo Matteo Salvini e Matteo Renzi l’ex presidente del consiglio Giuseppe Conte. «Sto ancora aspettando che Conte accetti un dibattito pubblico sulle rispettive collaborazioni professionali, magari possiamo allargare a reddito di cittadinanza, immigrazione, economia, politica estera», lo ha provocato ieri.
L’ex premier non gli risponde, oggi per lui è il giorno dell’incasso. Da oggi è il leader dei 5 Stelle, perché con il voto sullo statuto avviene anche formalmente il passaggio dei poteri all’interno di quel Movimento Cinque Stelle che con le regole della democrazia interna non ha mai fatto pace. Lo statuto è stato approvato ieri in tarda serata, superato il quorum prefissato a cinquantamila partecipanti. Sono poche migliaia di meno gli utenti della Rete che hanno rivolto al nuovo leader un benvenuto poco caloroso, dando vita ad uno shitstorming volto a dargli del venduto a Draghi, del traditore dello spirito originario del Movimento. Critiche non nuove, ma che ieri hanno preso corpo scalando le classifiche di Twitter e non solo con l’hashtag #ConteServodelSistema. I contestatori farebbero parte degli attivisti delusi, soprattutto nelle città più ancorate alla tradizione del Vaffa: la Sicilia, la Sardegna, il Piemonte. Fonti M5S avrebbero fiutato la presenza della longa mano leghista, anche se è più facile pensare che quella frattura di cui si vede la punta dell’iceberg in Parlamento, con il gruppo Alternativa C’è sempre più agguerrito, sia un sedicesimo di quel che si agita nel paese reale.
Sia come sia, in Rete la maggior parte dei profili che se la prendono con il leader hanno come foto profilo volti storici del Movimento, da Alessandro Di Battista a Virginia Raggi. Per ora si tratta solo di ipotesi. Quel che è certo è che l’attacco arriva nel giorno in cui la leadership di Giuseppe Conte viene messa alla prova dal numero degli iscritti che prenderà parte alla votazione. Gli aventi diritto al voto dovrebbero essere poco più di 112.000, precisa una fonte interna al Riformista. «La cifra di 50.000 è orientativa, basata sul numero degli iscritti con anzianità di sei mesi abilitati in precedenza al voto sulla piattaforma Rousseau. Il numero degli aventi diritto ad oggi non è precisato, nessuno lo sa». Anche perché il Movimento ha subito nell’ultimo anno numerose disiscrizioni, aumentate con due ondate progressive: una prima con la guerra interna mossa da Conte a Casaleggio, l’altra derivante dalla recente adesione del M5S al governo Draghi.
Paradossalmente, se ci fossero state invece nuove adesioni al tesseramento a sostegno della nuova scelta di campo nell’ampia maggioranza di governo, questi ultimi non avrebbero potuto votare su Skyvote. Sei mesi di anzianità sono il prerequisito. In una giornata segnata dalla guerra elettronica, con la Regione Lazio sotto attacco hacker e gli oltre 40.000 tweet contro Conte, anche il Movimento è dovuto ricorrere ad un helpdesk capace. Non tutto è infatti andato liscio sulla piattaforma che sostituirà, a regime, il voto su Rousseau. «Molti hanno avuto problemi, dalla mancata ricezione della mail con il link per l’accesso – pur avendo ricevuto l’sms con l’abilitazione al voto – alle schermate di errore, con l’invito a riprovare successivamente, dopo l’autenticazione e la conferma della preferenza», ci informa una portavoce del “No” al nuovo statuto, Daniela Castiglione. Vito Crimi gongola, il suo mandato giunge in porto dopo una navigazione in acque agitatissime.
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