Quello che è successo all’aeroporto di Fiumicino ricorda il film ‘The Terminal’. Grana Dikanovic, una pianista montenegrina, veste i panni di Tom Hanks, bloccata da giorni in uno spazio aeroportuale, senza poter uscire e senza poter tornare a casa. La sua storia mette in luce una grossa falla normativa nella regolamentazione di entrate e uscite che riguarda i residenti in Italia con passaporto extra-UE. Grana, che ha passaporto montenegrino e residenza a Milano da ben 18 anni, è stata fermata in aeroporto e bloccata dalla Polizia di Frontiera perchè “considerata pericolosa per l’ordine pubblico, la sicurezza interna, la salute pubblica o le relazioni internazionali di uno degli Stati membri dell’Unione Europea“.

Grana era in Montenegro per andare a trovare i suoi parenti e rientrava in Italia per riprendere il suo lavoro a Milano. Ha fatto scalo a Fiumicino con un’aereo dal Dubrovnik domenica 13 settembre alle 10.30. È stata trattenuta nella zona dell’aeroporto gestito dalla polizia di Frontiera. Grana vive e lavora in Italia da 18 anni, ha addirittura l’accento milanese e in questi giorni avrebbe dovuto riprendere servizio al Conservatorio e nella scuola dove insegna pianoforte. “Mi hanno fermata e adesso non posso tornare a lavoro – racconta tra le lacrime – chi pagherà adesso il mio affitto a Milano, lo Stato italiano? Adesso perderò il lavoro, eppure le tasse le pago allo stato italiano”.

La pianista è stata trattenuta perchè proveniente dal Montenegro: mentre per chi transita da paesi come la Croazia è previsto il tampone all’arrivo in Italia e l’isolamento fiduciario, per chi è residente in Italia ma cittadinanza di paesi extra-Ue non c’è scritto nulla. “Così Grana è stata trattenuta dalla polizia di Frontiera – spiega l’avvocato Alfredo Esposito che l’ha raggiunta al telefono – È stata applicata su di lei la norma prevista per i clandestini ex art 10 del testo unico per l’immigrazione, per motivi di ‘salute pubblica’. Nel frattempo lei, rispettabile cittadina che lavora per il conservatorio e paga un regolare contratto di affitto, è ferma senza passaporto nè effetti personali a causa della mancanza di previsione di rientro dei cittadini montenegrini residenti in Italia”.

“Mi hanno trattata come una prigioniera – racconta Grana – mi hanno detto che non potevo uscire dall’aeroporto per tornare a casa mia in Italia e non mi potevano nemmeno rimandare in Montenegro perchè il primo volo utile, un diretto, era tre giorni dopo. Mi hanno trattenuta in una zona dell’aeroporto orribile: tutto molto sporco, con un assembramento di persone continuo, senza finestre e aria. Mi hanno fatta dormire su brandine scomode, rotte e sporche di polvere”. Le trenta ore che la pianista ha trascorso in aeroporto sono state davvero tremende: “Mi hanno dato una coperta termica, di quelle sottili che si usano in casi di emergenza – racconta – non potevo accedere ai miei bagagli, non potevo nemmeno uscire per comprare qualcosa per cambiarmi o lavarmi. Il tutto in una situazione igienico sanitaria davvero complicata. Perchè non posso fare il tampone come hanno fatto tutti gli altri?”.

Nell’ultimo DPCM del 7 agosto 2020 che, tra le altre cose, ha disciplinato gli spostamenti da/per l’estero dal 9 agosto, prolungato fino al 7 ottobre 2020, c’è scritto: “Kosovo, Montenegro, Serbia: da questi Paesi è ancora in vigore un divieto di ingresso, con l’eccezione dei cittadini UE (inclusi i cittadini italiani) e loro familiari che abbiano la residenza anagrafica in Italia da prima del 16 luglio 2020”. Per tutti gli altri non si sa cosa fare. E per questo motivo la polizia ha fermato la donna per tutte queste ore. Grana è stata rilasciata grazie all’intervento del Consolato montenegrino. “Ringrazio quei poliziotti che sono stati tanto gentili con me – continua – Mi hanno aiutata per bontà propria e mi hanno portato dalle loro case dentifricio, spazzolino, sapone e asciugamani. Poi mi hanno portato anche una vera coperta”.

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Giornalista professionista e videomaker, ha iniziato nel 2006 a scrivere su varie testate nazionali e locali occupandosi di cronaca, cultura e tecnologia. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Orgogliosamente napoletana, si occupa per lo più video e videoreportage. È autrice anche di documentari tra cui “Lo Sfizzicariello – storie di riscatto dal disagio mentale”, menzione speciale al Napoli Film Festival.