Antonio Prinno, pentitosi dopo l’arresto, avrebbe rilasciato agli investigatori una serie di dichiarazioni da cui la sua famiglia prende le distanze. Riceviamo e pubblichiamo una nota della famiglia Prinno: “Salve sono Prinno Salvatore: io e tutta la famiglia Prinno, ci dissociamo dalla scelta del neo pentito Antonio Prinno. E mi dissocio soprattutto da ciò che ha raccontato sul mio conto. Ci teniamo a Precisare che Prinno Antonio manca dall’Italia dal 2004”.

LA VICENDA

Ci sarebbero le accuse di due pentiti dietro l’arresto di Arcangelo Trongone, 54 anni, gravemente indiziato per l’omicidio di Gennaro Fittipaldi, 24enne, avvenuto il 18 maggio 2015. Il 24 gennaio scorso la Squadra Mobile di Napoli ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, poiché gravemente indiziato di omicidio e di porto illegale in luogo pubblico di arma da sparo, aggravati dal metodo mafioso. In una nota della polizia si legge che l’attività investigativa, effettuata con il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia, ha consentito di acquisire gravi indizi a suo carico per l’omicidio di Gennaro Fittipaldi, 24enne, colpito mortalmente alla nuca da un colpo di arma da fuoco il 18 maggio 2015 in via Chiavettieri al Porto. Il delitto sarebbe aggravato perché commesso da un appartenente al clan Trongone, confederato con i clan Mariano e Prinno, al fine di agevolare la forza del clan sul territorio dei Quartieri Spagnoli.

In particolare, è emerso come l’omicidio risulta essere stato commesso con premeditazione e come ritorsione per punire Fittipaldi, allontanatosi dal gruppo criminale diretto da Trongone per andare nelle fila del contrapposto gruppo Sibillo-Giuliano-Amirante-Brunetti. La nota della polizia specifica che il provvedimento eseguito è una misura cautelare, disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione, e il destinatario della stessa è persona sottoposta alle indagini e quindi presunto innocente fino a sentenza definitiva.

Secondo quanto riportato da Il Roma, dietro l’arresto ci sarebbero le accuse di due pentiti, Marco Mariano e Antonio Prinno che avrebbero consentito così di far luce sul delitto irrisolto 7 anni dopo. Prinno, terminata la sua latitanza in Marocco, il 9 dicembre 2020, avrebbe messo a verbale quanto sapeva di quel delitto. Ma da tali affermazioni la famiglia prende le distanze.

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