Pur con alcune “anomalie”, non ci sono profili di rilevanza penale. Per questo la Procura di Messina ha chiesto al Gip l’archiviazione del procedimento nei confronti di Carmelo Petralia e Annamaria Palma, i due ex sostituti procuratori di Caltanissetta indagati per calunnia aggravata e accusati di aver costruito ad arte il falso pentito Vincenzo Scarantino. Con Petralia, oggi procuratore aggiunto a Catania, e Palma, avvocato generale a Palermo, era accusato anche l’ex capo della squadra mobile di Palermo Arnaldo La Barbera, deceduto nel 2002.

L’inchiesta messinese, nata due anni fa, è stata coordinata dal procuratore Maurizio De Lucia e dall’aggiunto Vito Di Giorgio e si è aperta dopo la sentenza “Borsellino quater”, l’ultimo sulla strage di via d’Amelio. Il pool ha infatti ascoltato nuovamente Scarantino, tirato in ballo dal pentito Gaspare Spatuzza che aveva rivelato di aver rubato lui, e non Scarantino, la Fiat 126 trasformata poi in autobomba, con sette condannati poi scagionati dalle accuse.

L’inchiesta messinese era nata grazie alla scoperta di alcune intercettazioni rimaste sepolte per anni e risalenti al periodo in cui Scarantino era sotto protezione. Dalle telefonate emergono i rapporti tra il falso pentito e Mario Bo, ex funzionario del pool investigativo e ora imputato nel processo per il depistaggio a Caltanissetta.

Non solo. In uno dei nastri depositati a Caltanissetta, datato 8 maggio 1995, si sentono queste parole del sostituto procuratore Carmelo Petralia: “Scarantino, ci dobbiamo tenere molto forti perché siamo alla vigilia della deposizione”. In questa stessa telefonata Petralia annuncia a Scarantino una visita insieme al procuratore Giovanni Tinebra e al capo della squadra mobile Arnaldo La Barbera (oggi, entrambi deceduti). “Ci sarà tutto quanto lo staff delle persone che lei conosce, potrà parlare di tutti i suoi problemi così li affrontiamo in modo completo e vediamo di trovare una soluzione. Contemporaneamente iniziamo un lavoro importantissimo che è quello della sua preparazione alla deposizione al dibattimento”.

I condannati ingiustamente per le dichiarazioni di Scarantino, le parti offese, potranno anche presentare opposizione alla richiesta di archiviazione.

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