Una visita storica. Papa Francesco è atteratto alle 12 italiane all’aeroporto di Baghdad, il primo pontefice a visitare l’Iraq. Bergoglio, a bordo di un A330, è decollato alle 7:45 dall’aeroporto Leonardo Da Vinci di Roma: il Pontefice argentino resterà per quattro giorni nel Paese, dove terrà ben sette discorsi. Il suo rientro è invece previsto lunedì 8 marzo, questa volta all’aeroporto militare di Roma Ciampino.

Francesco incontrerà, tra ingenti misure di sicurezza, autorità civili e della comunità cristiana irachena: il primo incontro sarà ovviamente quello con premier iracheno, Mustafa Abdellatif Mshatat, conosciuto come Al-Kadhimi nella sala VIP dell’aeroporto della capitale. Da lì il trasferimento per la cerimonia ufficiale di benvenuto nel Palazzo presidenziale della capitale e la visita di cortesia al presidente della Repubblica irachena, Barham Ahmed Salih Qassim.

Quindi il primo discorso ufficiale, che sarà rivolto alle autorità locali, alla società civile e al corpo diplomatico. Subito dopo il Pontefice potrà quindi incontrare vescovi e religiosi nelle cattedrale siro-cattolica di “Nostra Signora della Salvezza”, sempre a Baghdad. 

Nel secondo giorno in Iraq Francesco visiterà Najaf, uno dei siti più importanti per i musulmani sciiti, e terrà un incontro interreligioso a Ur, lì dove secondo la Bibbia nacque Abramo. Il terzo giorno è probabilmente quello più significativo della rischiosa visita del Pontefice: il Papa visiterà infatti Mosul e la piana di Ninive, che fa da sfondo a diverse vicende bibliche ma che soprattutto da anni a questa parte è tristemente nota per le persecuzioni dello Stato Islamico nei confronti degli Yazidi e della minoranza cristiana locale.

Ma il viaggio in Iraq è ritenuto pericoloso non solo perché toccherà città controllate in passato dall’Isis: altro fattore di rischio è infatti la pandemia di Coronavirus, da alcune settimane infatti il numero dei contagi nel Paese sta toccando i picchi più alti registrati a settembre, con circa 5mila casi al giorno. La visita del Papa potrebbe provocare assembramenti incontrollabili per le forze dell’ordine locali, le visite del Papa attireranno infatti migliaia di fedeli e curiosi a ogni tappa.

Nel giorno del suo viaggio in Iraq è arrivato anche un messaggio al Pontefice da parte del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: “Desidero far pervenire a Vostra Santità un sentito ringraziamento per il messaggio che ha voluto indirizzarmi nel momento in cui – dopo la lunga pausa imposta dalla pandemia – si accinge a partire per il tanto desiderato Viaggio Apostolico in Iraq. Realizzando un proposito che San Giovanni Paolo II non potè attuare, la Sua presenza in Iraq rappresenta per le martoriate comunità cristiane di quel Paese e dell’intera regione una concreta testimonianza di vicinanza e di paterna sollecitudine. La missione di Vostra Santità assume, inoltre, una particolare valenza quale segno di continuità dopo il Viaggio Apostolico negli Emirati Arabi Uniti, compiendo un ulteriore passo lungo il cammino tracciato dalla dichiarazione sulla fratellanza umana. Giungano quindi a Vostra Santità i più fervidi auguri per questa impegnativa missione, unitamente alle espressioni del profondo affetto del popolo italiano e della mia personale considerazione”.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia