“Sono impegnata a dare il buon esempio ai miei figli così come ha sempre fatto il loro papà. Vogliamo giustizia non vendetta e che le vittime di violenza di ogni tipo non siano mai lasciate sole”. Anna Gaeta, 39 anni, moglie di Patrizio Falcone ha commentato così la condanna che il giudice ha stabilito per Mauro Severino, l’uomo che il 23 maggio 2020 ha colpito a morte suo marito.

Era il 23 maggio 2020 quando Patrizio Falcone, marittimo di 42 anni, fu ucciso accoltellato dal vicino di casa. Mentre Patrizio sistemava una piscina e il dondolo sul suo terrazzo a Piscinola, quartiere della periferia di Napoli, scoppiò una lite con il vicino che finì nel sangue. Patrizio fu colpito con una lama da 12 centimetri sotto gli occhi del figlio Francesco di 15 anni.

Dopo un anno la sentenza della Prima sessione di Corte d’Assise. “C’è stato il dispositivo di sentenza, l’ultima battuta del processo. Il dispositivo ha escluso l’aggravante della crudeltà in equiparazione con le attenuanti generiche e ha previsto la pena per anni 24 di reclusione per Mauro Severino – ha spiegato Virgina De Marco, avvocato della famiglia Falcone – La sentenza non ci ha per niente soddisfatti perché è stato un delitto efferato senza movente. Ora aspettiamo le motivazioni ma non resteremo fermi ad aspettare”.

“Nella perizia il medico legale, la prima cosa che ha riportato è ‘mani callose da lavoro’. Mio marito era un cittadino modello, mio marito siete voi giudici, voi poliziotti, voi papà che state a casa. Mio marito siete tutti voi, perché mio marito era un gran lavoratore e un ottimo padre e noi crediamo nella giustizia”, dice Anna ricordando il marito.

All’uscita dal tribunale c’era il comitato “Giustizia per Patrizio” ad aspettare la moglie, Anna Gaeta, 39 anni e i suoi due figli Francesco, 19 anni e Carmine, 15 anni. “Mio marito ha sempre lavorato come marittimo ma aveva contratti di 6 mesi – racconta Anna – Per questo motivo percepisco solo una pensione di 115 euro al mese. Io non lavoro e ho due figli rimasti senza padre. Per le vittime di violenza comune come noi non c’è nessun sostegno. C’è la giornata per le vittime di Stato, di mafia, ma un uomo come mio marito che pagava le tasse ed è stato ucciso brutalmente chi era?”

“Le vittime sono tutte uguali, i nostri occhi pieni delle stesse lacrime – continua Anna – io chiedo che i benefici di legge per le famiglie vittime di simile crudeltà siano uguali per tutti, anche per le vittime di reati comuni”.

Tra i familiari e gli amici di patrizio resta un profondo senso di ingiustizia subita. “Quell’uomo con il suo coltello ha distrutto la mia famiglia – dice Ida Falcone, sorella di Patrizio – Sembra che lo Stato supporti più le persone che fanno del male ledendo famiglie e non le famiglie stesse delle vittime. Quest’uomo avrà vacanze premio, ogni anno scaleranno mesi di buona condotta sulla condanna. Lui potrà vedere i figli, mio fratello no, non avrà più questo privilegio, non potrà vedere i figli crescere e vivere”. Tra le persone scese in piazza c’era anche la mamma di Simone Frascogna, ucciso a novembre a Casalnuovo con 4 coltellate per una lite in strada. “La vita di un essere umano non vale 24 anni di carcere di un’altra – ha detto Natasha Lipari – La vita non ha un valore. Oggi la Giustizia italiana ha ucciso Patrizio per la seconda volta”.

Anna è grata al Comune di Napoli che si è costituito parte civile e ha appoggiato la sua famiglia. Ringrazia anche la Fondazione Polis e il commissariato di Piscinola che sono sempre stato al loro fianco anche nei momenti più brutti. “Mio marito con la sentenza di oggi è stato ucciso un’altra volta e a me non tocca nulla. Io non mi fermerò e andrò avanti per dare giustizia al mio Patrizio”.

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Giornalista professionista e videomaker, ha iniziato nel 2006 a scrivere su varie testate nazionali e locali occupandosi di cronaca, cultura e tecnologia. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Orgogliosamente napoletana, si occupa per lo più video e videoreportage. È autrice anche di documentari tra cui “Lo Sfizzicariello – storie di riscatto dal disagio mentale”, menzione speciale al Napoli Film Festival.