Dove i ragazzi vivono nella bellezza
Poggio, la scuola di Firenze con 200 anni di storia che non smette di aggiornarsi
C’è una scuola a Firenze che è veramente particolare e che penso racchiuda tutte quelle esperienze di apertura e novità che altre scuole hanno solo in parte.
Ci lamentiamo spesso delle nostre scuole, dei percorsi che i ragazzi fanno, delle strutture inadeguate, delle poche esperienze che riusciamo a far fare ai ragazzi. Non difendo tutto e tutti, c’è molto da fare e da migliorare ma vorrei che si potesse guardare le nostre scuole e vedere i tanti aspetti positivi che hanno e le tante volte in cui dirigenti e docenti adeguano i percorsi per aiutare i ragazzi. Se la scuola è un percorso educativo e non semplicemente un insieme di nozioni da trasmettere verifiche da dover fare e valutazioni da inserire, la scuola deve essere attiva, promotrice di iniziative, animata da curiosità ed aperta verso esperienze da proporre.
Villa del Poggio Imperiale di Firenze
C’è una scuola a Firenze che è veramente particolare e che penso racchiuda tutte quelle esperienze di apertura e novità che altre scuole hanno solo in parte. Non tutte le scuole possono avere la stessa storia ma è utile farla conoscere e andarne fieri. Il suo nome è articolato e rispecchia i suoi 200 anni di storia: “Educandato della SS. Annunziata, Villa del Poggio Imperiale”. E’ una scuola secondaria di primo e secondo grado con indirizzi di liceo classico, scientifico, delle scienze umane e linguistico. E’ una scuola statale, e va sottolineato perché molti la scambiano per un liceo privato. Come dice il nome è anche educandato con possibilità di residenzialità o semiresidenzialità, ha una fondazione pubblica che aiuta nella gestione, e qua si fa scuola fino alle 17 con aiuto e tutoraggio pomeridiano per lo studio, una mensa interna e ha una sede che sembra un museo, un giardino all’italiana che finisce sui libri di architettura, opere d’arte da fare invidia a molti musei. Festeggia i suoi 200 anni di storia e non smette di aggiornarsi.
Fu istituita il 24 novembre 1823 da Ferdinando III di Lorena e fu trasferita nell’attuale sede, Villa di Poggio Imperiale, nel1865. Con l’Unità d’Italia, l’istituto passò invece alle dipendenze del Ministero della Pubblica Istruzione ma l’Educandato non mutò le sue strutture interne, né le sue forme di amministrazione. Funzionava bene con la sua autonomia e si decise di mantenere le cose così. L’autonomia scolastica, così come la conosciamo adesso, parte nel 2000 grazie ad una grande riformatore, il Ministro Lugi Berlinguer recentemente scomparso, ma con la scuola del “Poggio” possiamo dire che avevamo già capito che funzionava. Anche perché chi meglio di Dirigente e docenti può conoscere quali sono le esigenze dei ragazzi? Così, lo strumento decisionale dell’autonomia, serve proprio a questo ad organizzarsi per rispondere al meglio e più velocemente rispetto a ciò che i docenti vedono quotidianamente.
La scuola che aiuta i ragazzi a vivere nella bellezza
Una scuola che, tra dirigente scolastico e Fondazione con presidente e consiglio, collabora sia per il mantenimento della struttura sia per aumentare le opportunità di crescita dei ragazzi.
Così in questi anni, anche grazie a donazioni private e a risorse pubbliche, molte parti della struttura sotto la tutela della sovrintendenza, sono state riportate ad antico splendore e stessa cosa si può dire della parte esterna. Sono già in corso da tempo i lavori di restauro del Salone delle Feste, grazie al contributo economico fornito dalla Salvatore Ferragamo spa. a mezzo della legge sull’art bonus. A breve sarà ultimata l’aula multimediale e partirà la progettazione esecutiva per il restauro della Cappella di san Placido, posta sopra la sacrestia della Chiesa del Poggio. E’ già stato approvato il restauro del Giardino all’italiana ed inserito nel nuovo piano regolatore di Firenze.
Una bellezza e una architettura che a volte può essere meno funzionale di scuole appena costruite ma che aiuta i ragazzi a vivere nella bellezza. Una bellezza che spesso porta i turisti ad arrivare a suonare il campanello chiedendo di visitare il giardino o le sale. Una collaborazione che si vede anche dall’elenco delle iniziative, alcune anche extra scolastiche, rivolte agli studenti: lezioni sulla legalità, in collaborazione con polizia postale e stradale, tribunale dei minori e molte altre istituzioni, la lotta al cyber bullismo ed alla mafia in ogni sua forma criminale, presentazione e dialogo con autori di libri. I ragazzi negli ultimi giorni hanno chiesto di dare una mano alle popolazioni alluvionate. “Quello che studiamo e anche quello che ascoltiamo resta in una sorta di terra di mezzo, se poi quando c’è bisogno non ci attiviamo e diamo una mano” dicono i ragazzi, e così grazie alla scuola e alla fondazione, i ragazzi sono andati, un centinaio si sono presentati ai comuni alluvionati per aiutare. Nella scuola che sembra un museo, con l’autonomia che funziona ben prima che l’autonomia scolastica fosse inserita in una legge, è chiaro che quando si tiene ai ragazzi e al percorso educativo che fanno, si capisce che 200 anni non sono passati invano.
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