Scaduti i termini di pagamento su circa 100 milioni di obbligazioni non pagate
Russia in default tecnico sul debito estero: è l’oro il prossimo obiettivo delle sanzioni occidentali
L’agenzia internazionale Bloomberg ha riportato nella notte che la Russia è in default sul debito estero. Non succedeva dal 1918, quando il governo sovietico si rifiutò di ripagare le somme accumulate dagli zar. Il termine di 30 giorni per il pagamento delle obbligazioni riservate a investitori esteri, per circa 100 milioni di dollari, è scaduto nella notte tra domenica e lunedì. Due bond, uno in dollari e un altro in euro. In mattinata sono attese le conferme del default da parte delle agenzie di rating.
Mosca aveva usufruito del periodo “di grazia” di trenta giorni che è scaduto a mezzanotte di lunedì 27 giugno. La notizia ha più che altro al momento una valenza simbolica. La Russia è un Paese economicamente, finanziariamente e politicamente già emarginato per gran parte dell’Occidente. In più il fallimento sarebbe dovuto non alla mancanza di denaro da parte del debitore ma alla chiusura dei canali di trasferimento da parte dei creditori, per cui la Russia non può condurre quella che in altri tempi sarebbe una normale operazione finanziaria.
E infatti era arrivata già nei giorni scorsi la dichiarazione del ministro delle Finanze russo Anton Siluanov: “Chiunque può dichiarare quello che vuole e può provare ad attaccare alla Russia qualsiasi etichetta. Ma chiunque capisca la situazione sa che non si tratta in alcun modo di un default”. Mosca aveva rischiato la possibilità all’inizio del 2022 ma aveva agito modificando i metodi di pagamento. A maggio però il Tesoro americano non ha rinnovato la licenza che esentava gli investitori americani dalle sanzioni: da quel momento per i russi è diventato impossibile pagare il debito in dollari o nelle valute citate nei prospetti delle emissioni.
A muoversi è stato l’Office of Foreign Assets Control (Ofac) del Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti. “Una dichiarazione di default è un evento simbolico – hanno spiegato a Bloomberg gli economisti del Nomura Research Institute – Il governo russo ha già perso l’occasione di emettere debito denominato in dollari. Già da ora, la Russia non può prendere in prestito dalla maggior parte dei paesi stranieri”. Il ministero delle Finanze russo ha dichiarato di aver effettuato i pagamenti al suo National Settlement Depository (NSD) onshore in euro e dollari.
Per la Russia si tratterebbe del secondo mancato rimborso del debito estero dopo quello del 1918. Nel 1998, con la crisi del rublo, la Federazione russa si dichiarò invece inadempiente sul debito interno, annunciando una moratoria sul rimborso del debito contratto con gli investitori stranieri. Il prossimo obiettivo delle sanzioni dovrebbe essere l’oro. Il summit del G7 dovrebbe mettere al bando le importazioni di oro russo in modo da impedire agli oligarchi di usare il metallo prezioso per convertire i loro beni aggirando le sanzioni. La Russia è il secondo produttore mondiale di oro: rappresenta il 10% del totale che viene estratto ogni anno, il 5% dell’export globale.
© Riproduzione riservata






