Quattordici missili su Kiev. La Russia di Vladimir Putin torna nuovamente ad attaccare la capitale ucraina e lo fa a poche ore dal G7 in programma in Germania e pochi giorni prima del vertice Nato previsto per martedì a Madrid. L’attacco nella notte ha colpito un edificio residenziale provocando almeno un morto: si tratta di un uomo. Estratte vive dalle macerie la figlia di 12 anni e la moglie, una cittadina di nazionalità russa.

Altre due persone ferite sono state traferite in ospedale mentre si continua a scavare tra le macerie alla ricerca di altre persone intrappolate. I missili russi hanno colpito almeno due edifici residenziali nel distretto di Shevchenkivskyi della città.

L’attacco missilistico russo che ha colpito Kiev questa mattina all’alba aveva un obiettivo: secondo il sindaco della capitale ucraina, Vitaly Klitschko, è quello di “intimidire gli ucraini in vista del vertice della Nato” che si terrà a Madrid da martedì prossimo.

Nel Donbass le truppe del Cremlino continuano ad avanzare ma il presidente ucraino Volodymyr Zelensky non arretra e annuncia che “riconquisterà” le città che ha perso, anche Severodonetsk, ufficialmente in mano ai russi. Da Mosca, il portavoce del ministero della Difesa, il tenente generale Igor Konashenkov, ha dichiarato che le forze russe hanno il pieno controllo oltre che di Severdonetsk anche della vicina Borivske. Ora l’esercito di Mosca, assieme alle milizie dell’autoproclamata Repubblica di Lugansk, sono entrate a Lysychansk, l’ultima roccaforte ucraina nel Donbass.

Dopo 123 giorni di guerra, la situazione diventa ora dopo ora più incandescente con il rischio che il conflitto si allarghi e coinvolga sempre più paesi. A dimostrarlo è anche l’annuncio di Putin di fornire alla Bielorussia missili Iskander che possono trasportare anche testate atomiche. Putin ha affermato che gli Stati Uniti hanno 200 armi nucleari tattiche in Europa pronte all’uso e che Russia e Bielorussia devono pensare a garantire la propria sicurezza.

Una mossa per rispondere anche al blocco delle merci imposto dirette all’exclave russa di Kaliningrad e imposto dalla Lituania. Secondo i militari ucraini le forze armate russe avrebbero lanciato 20 missili contro il villaggio di Desna, nella regione di Chernihiv, partiti “dal territorio della Bielorussia”.

Intanto il G7 che parte oggi a Monaco porterà con sé almeno una nuova sanzione contro la Russia – e l’annuncio, dopo le indiscrezioni di ieri, è arrivato questa mattina dal governo britannico. Quattro Paesi del G7 vieteranno infatti le esportazioni russe di oro: e l’iniziativa – presa da Regno Unito, Canada, Giappone e Stati Uniti – “colpirà direttamente gli oligarchi russi e colpirà il cuore della macchina da guerra di Putin”, ha affermato il primo ministro britannico Boris Johnson.

Il governo britannico ha spiegato che ad essere messo al bando saranno i nuovi prodotti, non l’oro di origine russa che era già stato esportato nelle scorse settimane dalla Russia. La conferma della messa al bando dell’oro russo arriva anche dall’account Twitter del presidente Usa Joe Biden. Si tratta di uno stop che vale decine di miliardi dollari.

Il New York Times scrive che in Ucraina ci sono unità di forze speciali appartenenti a diversi Paesi della Nato. Forze speciali di Regno Unito, Francia, Canada e Lituania, ma anche alcuni uomini della Cia, che hanno continuato a operare segretamente, la gran parte a Kiev, e che coordinano l’enorme materiale di intelligence fornito dagli Usa, ma anche i rifornimenti di armi e addestrano le truppe ucraine. La maggior parte di questo lavoro viene svolto al di fuori dell’Ucraina, ad esempio nelle basi in Germania, Francia e Regno Unito. Ma “diverse decine di commando” di Paesi della Nato stanno lavorando proprio sul territorio ucraino.

Redazione

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