L’Occidente vuole continuare la guerra in Ucraina. A ribadirlo ancora una volta è il primo ministro britannico Boris Johnson secondo cui “Putin deve fallire” e al momento non si può accelerare nei negoziati perché questo significherebbe regalare “una cattiva pace” all’Ucraina, ovvero quella di rinunciare ad alcuni territori nel Donbass e nel sud del Paese, conquistati in queste settimane dai russi. In una intervista al Corriere della Sera alla vigilia del G7 e del vertice Nato, il premier del Regno Unito non dice nulla di nuovo su quanto già ascoltato in questi oltre 110 giorni di guerra.

Per Johnson “il territorio ucraino deve essere restaurato, almeno nei confini prima del 24 febbraio, la sovranità e la sicurezza dell’Ucraina devono essere protette”. Poi sottolinea: “Quello che dobbiamo fare è lavorare assieme come europei per evitare quello che credo sarebbe un disastro, ossia una cattiva pace in Ucraina, costringere gli ucraini ad accettare termini che dovrebbero essere un anatema per gli europei”.

I costi dell’energia, la spinta dell’inflazione, i prezzi del cibo stanno avendo un impatto sulla fermezza delle persone: ma questo non sta avendo un impatto sulla fermezza del Regno Unito”, ha precisato Johnson, che si è detto favorevole ad “aiutare gli ucraini a ottenere una capacità di resistenza strategica”.

Secondo il leader britannico, è “assolutamente chiaro” che Kiev non cederà territori “in cambio della pace, non faranno un cattivo accordo. Non vogliono essere forzati a un negoziato, non acconsentiranno a un conflitto congelato nel quale Putin è in grado di continuare a minacciare ulteriore violenza e aggressione”.

Ripristinare dunque i confini prima del 24 febbraio perché “il futuro del mondo dipende dal mantenere una forte, robusta posizione sull’Ucraina”. Per il primo ministro di Londra “questo non è il momento per mantenere lo status quo, questo è il momento per provare a rovesciare le cose – ha proseguito – Fintantoché gli ucraini sono capaci di montare una controffensiva, dovrebbero essere sostenuti, con l’equipaggiamento che ci stanno chiedendo”.

Gerra in Ucraina, la Russia avanza, la Finlandia “pronta a combattere”

La Finlandia è “pronta a combattere la Russia se attaccata“. Le parole di ieri del capo delle forze armate finlandesi, il generale Timo Kivinen, giungono mentre in Ucraina, nel Donbass, le truppe di Mosca continuano ad avanzare nel Luhansk, con combattimenti per Severodonetsk e avvicinandosi a Lysychansk.  “La Finlandia ha mantenuto un alto livello di preparazione militare sin dalla Seconda guerra mondiale, avendo combattuto due guerre negli anni ’40 contro il suo vicino orientale, con il quale condivide un confine di 810 miglia”, ha detto Kivinen citato dal Guardian, “abbiamo sistematicamente sviluppato la nostra difesa militare proprio per questo tipo di guerra che viene condotta lì” in Ucraina, “con un uso massiccio di potenza di fuoco, forze armate e anche forze aeree”. “L’Ucraina è stata un boccone difficile da masticare” per la Russia “e così sarebbe la Finlandia”, ha sottolineato.

Intanto una rappresentante del Pentagono ha fortemente esortato la commissione per le relazioni estere del Senato ad approvare rapidamente la richiesta di Finlandia e Svezia di aderire alla Nato. “Il Dipartimento della Difesa valuta che Finlandia e Svezia siano pronte per l’adesione alla Nato”, ha affermato Celeste A. Wallander, assistente segretario alla Difesa per gli affari di sicurezza internazionale, in un’audizione davanti alla commissione. “Finlandia e Svezia fornirebbero ulteriore sicurezza e stabilità in Europa”, ha dichiarato.

Redazione

Autore