La lettera
Salvini se ne faccia una ragione, non sono una furbetta dell’antivirus
Ma andiamo con ordine: il 27 dicembre, il Vaccination day europeo, il vaccino somministrato per la prima volta è stato il Pfizer. C’era paura, sconcerto e legittima titubanza, anche tra gli addetti ai lavori, ma tanta voglia di uscire dall’incubo. Molti di noi, da un anno in prima linea contro il Covid ma a mani nude, vedendo morire colleghi e familiari e sfidando la paura, sono corsi a vaccinarsi, consapevoli della responsabilità verso il prossimo, dell’urgenza di infondere coraggio ai colleghi e a chi necessità di cure. Dunque siamo andati a vaccinarci con le gambe che ci tremavano, senza calcolare il pericolo. Altro che casta e furbetti. Salvini venga a prendere lezioni di compostezza istituzionale e di abnegazione professionale. Noi l’inno di Mameli non lo cantiamo al Papeete con lo spritz in mano, ma lavoriamo ogni giorno, fuori e dentro le istituzioni, a capo chino, per uscire dall’incubo e onorare questo Paese.
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