Dopo la grande piazza di San Giovanni, le Sardine si riuniscono a Roma. Scelgono il centro culturale Spintime Labs, nello stesso edificio di via Santa Croce in Gerusalemme in cui a maggio scorso l’elemosiniere del Papa, Konrad Krajewski forzò i sigilli per ridare la corrente elettrica agli occupanti. ‘Viva le sardine, abbasso gli sgomb(e)ri’, si legge sull’enorme striscione appeso all’ingresso del cancello. È un primo segnale per capire la nuova forza che in tanti cercano di decifrare.

Sono 150 a riunirsi e provano a darsi una forma, che ci sarà, in 10 punti da definire. Continuano a dire di non avere intenzione di formare un partito, di non volersi presentare alle elezioni. Almeno per ora, almeno non in Emilia Romagna, dove pure il co-fondatore Mattia Santori ha un discreto seguito.

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Lui parla ancora di gruppo di pressione, ma un gruppo che raccoglie già l’interesse, secondo un sondaggio, di più di un italiano su quattro, il 25%. “Non credo tanto ai sondaggi, ed è il motivo per cui siamo scesi in piazza a Bologna, ma l’obiettivo è superarlo”, confessa Santori. Per il momento, le Sardine si sono divise in tavoli di lavoro, per Regioni. Il primo obiettivo è tornare nelle piazze e coinvolgere territori non ancora interessati.

“Continueranno, quindi, a riempire le città e a lanciare messaggi di antifascismo, antirazzismo, contro l’odio verbale e a lavorare per arginare Salvini, diciamolo chiaramente”, fa sapere Grazia De Sario, attivista e coordinatrice, che fa parte di ‘Italia in Comune‘ di Pizzarotti, senza avere però ruoli nel partito. Sicuramente appoggeranno la sinistra, “ognuno nella sua libertà”, assicura.

Non sono stati ancora contattati dal segretario del Pd, Nicola Zingaretti, che da subito, però, ha apprezzato il lavoro antisovranista del movimento. “Qualcuno dice ‘perché non andate a parlarci?’. E cosa gli rispondiamo? Che non è tempo”, replica Santori in un’intervista rilasciata a ‘In mezz’ora in più‘, su Rai3. Punta a instaurare un dialogo con la politica, ma non ha ancora trovato i punti di contatto e neanche l’interlocutore.

Le Sardine fanno gola a molti. “Per ipotesi, sarebbe bello lavorare insieme su ambiente, giustizia, diritti sociali, lavoro, casa e aiuto alle persone in difficoltà”, rivela Luigi di Maio, leader politico del Movimento 5 Stelle, al Corriere della Sera.

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L’intento di questo primo ‘congresso’, che per molti è stato addirittura l’occasione per conoscersi, è riassunto in un post su Facebbok: “Dialogo”. Basta una parola, che indica “ascolto, empatia, non violenza, accettazione delle diversità”. Ma è anche dimostrare che esiste, e non è sopita, un’alternativa alla “bestia del sovranismo” e alle promesse facili del “pensiero semplice”. Promettono di continuare a lottare per difendere la complessità. E di farlo “in maniera semplice, gratuita, creativa”, senza “decidere o comandare”, ma coinvolgendo sempre più persone: “Basterà uscire dal mondo digitale.

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