Cosa farà ora la Rai?
“Scanzi ha saltato la fila per il vaccino, ma non è reato”, la procura di Arezzo chiede l’archiviazione
Ad Andrea Scanzi, il giornalista del Fatto Quotidiano finito in un polverone mediatico per aver “saltato la fila” per farsi somministrare il vaccino anti-Covid lo scorzo marzo, non spettava alcuna dose del siero in quanto non rientrava in alcuna categoria vaccinale di quel momento. È la conclusione alla quale è arrivata la procura di Arezzo che aveva aperto un fascicolo sulla vicenda.
Il pm Marco Dioni ha tuttavia archiviato il caso perché, dal punto di vista giuridico, per la Procura non si configura alcun reato nella condotta del giornalista. Scanzi per questo può ‘ringraziare’ la riforma del reato di abuso d’ufficio, ipotesi su cui lavorava la procura aretina, perché l’aver saltato la fila non configura tale fattispecie di reato.
La richiesta di archiviazione verrà inviata al giudice per le indagini preliminari. Un gesto, quello di Scanzi, che la Procura definisce “eticamente censurabile” per taluni, ma dal punto di vista giuridico non perseguibile. Perché vi sia reato di abuso di ufficio nella condotta di Scanzi, è stato ancora spiegato alla procura di Arezzo, occorre che la violazione sia a una legge o a un regolamento, cosa che per il pm Dioni non è accaduta in questo episodio.
Il caso nacque con un post su Facebook dello stesso giornalista del Fatto Quotidiano, che annunciava come il 19 marzo scorso fosse riuscito a farsi somministrare la prima dose all’hub vaccinale allestito al Centro Affari e Fiere di Arezzo, autodefinendosi “panchinaro del vaccino” e caregiver familiare dei genitori.
La procura di Arezzo aprì quindi un fascicolo di indagine, sentendo i principali responsabili del servizio della Asl, fino alla richiesta di archiviazione odierna.
IL CASO SCANZI E LA RAI – La decisione della procura aretina di chiedere l’archiviazione per Scanzi provoca immediate reazioni. Il deputato di Italia Viva e segretario della commissione di Vigilanza Rai, Michele Anzaldi, torna a chiedere un intervento della tv pubblica, dove Scanzi è ospite fisso della trasmissione di Rai3 ‘Cartabianca’.
“Il Pm di Arezzo conferma che Andrea Scanzi ha saltato la fila per il vaccino, che non aveva diritto a quella dose perché non rientrava in alcuna categoria prioritaria e quindi il vaccino somministrato a lui è stato sottratto a che ne aveva maggiormente bisogno: ora che farà la Rai? Il Comitato Etico, che non si era pronunciato in attesa dei magistrati, finalmente batterà un colpo? Tornerà a riunirsi? È eticamente accettabile che una trasmissione Rai retribuisca come opinionista a pagamento chi si è macchiato di un comportamento assolutamente riprovevole come il salto della fila sui vaccini, in un momento in cui le dosi disponibili erano molto più ridotte rispetto ad oggi e avevamo centinaia di morti al giorno?”, chiede Anzaldi.
La Rai, continua il segretario della Vigilanza, “può fare finta di nulla? Davvero qualcuno pensa che per la prossima stagione Scanzi, come se nulla fosse, torni a fare l’opinionista fisso e stipendiato in prima serata, unico giornalista con questo privilegio tra quelli ospitati a Cartabianca su Rai3?”.
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