L'affondo della segretaria dem dopo la rottura con l'ex premier
Schlein va a Bari, asfalta Conte e scopre il garantismo: “Ha iniziato a far politica da palazzo Chigi, la sua una sberla alle persone perbene”
Ci mette la faccia e quel pizzico di garantismo che tanto manca al Pd. E lo fa in un momento delicato per il suo partito al centro di vicende giudiziarie delle ultime settimane prontamente cavalcate dai nemici politici e dalla stampa. Elly Schlein arriva a Bari per sostenere il candidato dem Vito Leccese dopo il passo indietro di Giuseppe Conte che, da giustizialista della prima ora, ha fatto saltare l’accordo nel centrosinistra per le primarie di coalizione in vista delle elezioni in programma il prossimo 8 e 9 giugno. Sul palco con la segretaria Pd anche il governatore Michele Emiliano, il sindaco di Bari Antonio Decaro e il leader dei Verdi Angelo Bonelli.
Una rottura significativa quella di Conte che Schlein archivia con un siluro che provocherà reazioni: “Io sono qui con voi perché a differenza di altri mantengo la parola data e mi dispiace per la decisione presa ieri da Giuseppe Conte, unilateralmente, perché così aiutano la destra. Forse – attacca Schlein – chi ha iniziato a far politica direttamente da palazzo Chigi non ha dimestichezza con il lavoro e lo sforzo collettivo della comunità, ma si deve avere rispetto, e far saltare le primarie a tre giorni dal voto è una sberla a tutte la gente perbene, a chi si stava preparando per queste appuntamento. Non è accettabile. Così come non accetto il pregiudizio che chi abita a Bari Vecchia non possa esprimere un voto libero”.
Schlein sottolinea poi come Bari “è una città che è saputa rifiorire, si è rianimata grazie allo sforzo di chi l’ha amministrata e voglio ringraziare il sindaco Antonio Decaro e il sindaco che lo ha preceduto, Michele Emiliano, che hanno strappato vecchie abitudini e privilegi contrastando conserterie. Ma questa lotta non è finita e anzi occorre alzare il livello di guardia”. Sull’inchiesta giudiziaria in corso, che ha portato ieri alle dimissioni dell’assessora regionale dem Anita Maurodinoia, indagata per presunto voto di scambio, la segretaria commenta: “Noi non siamo come la destra, che attacca la magistratura tranne quando vuole strumentalizzarne il lavoro per attaccare una buona amministrazione a due mesi dal voto. Noi però come comunità dobbiamo arrivare prima, per impedire che certe cose possano accadere, tutti dobbiamo lavorare per tenere lontano il malaffare. Chi entra nel Pd deve trovare nel vostro sguardo rigoroso un metal detector. Perché noi vogliamo aprire, ma alle energie giuste. E si devono tenere lontani i trasformisti“.
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