Il profilo
Chi è Anita Maurodinoia: la “Lady preferenze” indagata per corruzione elettorale. Quando Olivieri disse: “A €50 a voto non riusciremo mai a competere con lei”

Lei eletta nel Pd, lui che continua a tenere in vita la creatura Sud al centro. È la storia dell’amore in politica di Anita Maurodinoia e suo marito Sandro Cataldo: quest’ultimo arrestato nell’ambito dell’inchiesta sulla presunta vendita di voti elettorali a 50€ l’uno per il comune di Triggiano, con lei indagata e recentemente dimessasi dal ruolo di assessore regionale ai trasporti.
Chi è Anita Maurodinoia
Anita Maurodinoia, 39 anni, chiamata a Bari “Lady Preferenze” è nata ad Hamilton, in Canada, nel 1975, ed ha accumulato una notevole esperienza politica, con due anni di attività nel consiglio provinciale, seguendo le orme del marito che è stato assessore comunale per Forza Italia fin dal 2001. Laureata in Relazioni Internazionali per lo Sviluppo Economico, Scienze Economiche ed Economia Aziendale, e iscritta all’Albo dei promotori finanziari, nel 2019 ha ottenuto oltre seimila preferenze al Comune di Bari con il movimento “Sud al Centro”, in appoggio a Antonio Decaro, per poi raccogliere poco meno di ventimila preferenze come candidata consigliera regionale nelle file del Partito Democratico l’anno successivo.
Quando Olivieri disse: “A 50 € non riusciremo mai a competere con lei”
In passato, Maurodinoia si è dichiarata estranea ai fatti riguardanti le indagini sul marito, anche in merito al precedente caso di scambio di voti nel 2019 che coinvolse le elezioni comunali a Triggiano. Nel 2021, ha espresso la speranza che le indagini fossero frutto di un malinteso sollevando l’ipotesi di una possibile strumentalizzazione. Ha inoltre evidenziato che le prove citate nelle indagini riguardano intercettazioni tra persone sconosciute a lei, le quali, con leggerezza, avrebbero nominati soggetti non coinvolti nei fatti oggetto di cronaca. Di lei in un’intercettazione parlò anche Giacomo Olivieri, ex consigliere regionale, detenuto nel carcere di Brindisi, procacciatore di voti per moglie Camera Lorusso, e probabile deus ex machina della bufera politica abbattutasi sul comune di Bari: “Non riusciremo mai a competere con Maurodinoia, è scienza. Fanno un discorso… vieni, e sono 50 euro a voto. Con 1000 voti si chiude la partita”.
L’accusa di truffa all’ex provincia e il proscioglimento
Maurodinoia era stata prosciolta assieme ad altre 22 persone con sentenza di non luogo a procedere “perché il fatto non sussiste” in relazione al reato di corruzione e truffa ai danni dell’ex provincia di Bari. Il presunto sistema corruttivo messo in atto con il Alessandro Cataldo portava a considerare “i referenti politico-istituzionali” di uno schema che avrebbe favorito appalti verso imprenditori amici, per ottenere in cambio alcuni favori personali, quali “l’esecuzione gratuita di lavori di manutenzione a casa, una riserva quotidiana di generi alimentari e la costituzione di una riserva economica di almeno 24.000 euro”. Una serie di sventure si è abbattuta sul processo (dal covid al cambio di giudice, tanto da richiedere circa cinque anni per l’udienza preliminare), facendo cadere in prescrizione la maggior parte dei capi di imputazione. La giustizia si pronunciò definendo le relazioni amicali “assolutamente inopportune”, non superando tuttavia “la soglia del fondato sospetto in merito al loro coinvolgimento” in vicende corruttive, “difettando la prova di un collegamento tra le regalie/utilità erogate e gli affidamenti aggiudicati dalle imprese, tale da rendere sostenibile l’accusa di corruzione”.
I risultati elettorali durante il processo
Nel lungo periodo intanto Maurodinoia ha partecipato a due elezioni non ricadendo su di lei cause di incandidabilità né di ineleggibilità. E così ha raccolto prima 6.234 preferenze alle comunali del 2019 con la lista Sud al centro a sostegno del sindaco Antonio Decaro; e successivamente 19.700 voti alle regionali da candidata PD a sostegno del governatore uscente Michele Emiliano, ottenendo la delega ai trasporti. E proprio a Emiliano ha oggi rassegnato le proprie dimissioni.
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