Le nuove misure di contenimento per arginare la diffusione del coronavirus hanno trovato faticosamente una sintesi in cabina di regia presieduta dal premier Mario Draghi a Palazzo Chigi. Sull’estensione dell’obbligo di Green Pass rafforzato per tutte le categorie di lavoratori, fortemente sollecitato dal fronte compatto dei governatori, la maggioranza si è spaccata: Pd e Forza Italia hanno subìto lo stop della Lega e di M5s sul varo dell’obbligo del certificato verde rafforzato per tutti i lavoratori.

L’opposizione del Carroccio, incarnata dal ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti, ha portato al rinvio del dossier. Se ne discuterà in un prossimo Cdm, ha detto il leghista interpellato da AdnKronos poco prima della cabina di regia a palazzo Chigi. Ma i dubbi, ha sottolineato Giorgetti, sono condivisi anche dal M5S.

Il ministro leghista avrebbe ragionato sulla necessità di una presa di responsabilità da parte dello Stato: se si volesse estendere l’obbligo del super pass ai luoghi di lavoro che di fatto diventerebbe un “obbligo vaccinale” per i lavoratori, lo Stato dovrebbe assumersi la responsabilità per eventuali conseguenze da vaccino ed elencare i “fragili” esenti dall’obbligo. In sintesi, Giorgetti non si oppone al Super green pass per chi lavora, ma ritiene che il governo debba predisporre prima un elenco delle categorie fragili da rendere esenti e un fondo per indennizzare chi subisse gravi conseguenze dalla vaccinazione.

Perplessità, seppure con motivazioni opposte a quelle del Carroccio, sono state espresse anche da M5s. Il ministro Stefano Patuanelli avrebbe sottolineato che finora si è sempre ragionato per funzioni: forze dell’ordine, docenti, sanitari, lavori a contatto con le persone. Quale sarebbe stata quindi la ratio di distinguere tra lavoratori e disoccupati? “Non siamo contrari all’obbligo di super Green pass come dimostrano i precedenti decreti, ma con raziocinio. Forse a questo punto – avrebbe detto Patuanelli – conviene ragionare sull’obbligo vaccinale”.

Il premier Draghi si è dovuto arrendere dopo il confronto serrato: “Va bene, a questo punto rinviamo il provvedimento al prossimo consiglio dei ministri”, avrebbe detto il presidente del Consiglio alle nove di sera.

La misura, che impone a tutti i lavoratori di immunizzarsi, era stata fortemente sponsorizzata dal titolare forzista della pubblica amministrazione Renato Brunetta, ricevendo il sostegno, seppur con qualche distinguo interno, delle Regioni e ora anche del ministro del Lavoro Andrea Orlando e del ministro della Famiglia, Elena Bonetti (in quota Iv).

Brunetta si è dovuto arrendere al pressing di Lega e 5S. E dopo la riunione della cabina di regia, finita in tarda serata, non si è lasciato travolgere dall’amarezza.”L’Italia, nella lotta al Covid, ha assunto un vantaggio rispetto agli altri Paesi che rischiamo di perdere con provvedimenti parziali. Sì, ci sono stati dei veti e capisco perfettamente – dice il ministro – la posizione di Draghi. Sono certo che già alla prossima riunione questa misura ineludibile vedrà la luce”.