Mate Polis - Le gemelle diverse
Lo spazio è grosso
Sinistra e destra sono in due universi simmetrici paralleli: federalismo, salario minimo e giustizia: chi si è scambiato di posto
Nella sua famosa pentalogia, Guida galattica per autostoppisti, Douglas Adams scrive: “Lo spazio è grosso, davvero grosso. Non potete immaginare quanto sia immensamente, enormemente, incredibilmente, grosso”. In effetti da tempo, e la teoria della relatività di Einstein ne è la conferma, l’idea è che lo spazio sia infinito. E non solo infinito, ma anche ricurvo, non piatto, non euclideo, ma multidimensionale. La teoria del big bang di Friedmann e poi quella dell’inflazione cosmica, ci dicono anche, che sia pure ora in fase di rallentamento, lo spazio che compone l’universo, continua a crescere, ad espandersi. Abbiamo detto universo. Però universo è un concetto che sembra racchiudere uno spazio, E questo non è possibile.
Il legame dell’universo con il tempo
È sicuramente più corretto parlare di universi. Lo spazio è fatto di universi, infiniti universi, universi simultanei e paralleli tra loro. Ecco che entra in ballo l’altro protagonista, il tempo. Spazio e tempo camminano a braccetto, amici per la pelle, intrecciati e interconnessi. Sono alla base delle categorie aristoteliche, sono le intuizioni pure di Kant, sono i pilastri della filosofia e della fisica. Solo la matematica è in grado magicamente di sciogliere questo intreccio. In una formula che ci spiega un pezzo di realtà, spazio e tempo si diluiscono e prendono la forma della formula stessa. In uno spazio infinito e in un tempo altrettanto infinito, c’è dunque posto per più universi e per dimensioni parallele.
Concettualmente ognuno di noi potrebbe esistere in più universi e fare scelte diverse nello stesso ipotetico istante: iscriversi a matematica o filosofia, tifare Inter o Juventus, più semplicemente andare a destra o a sinistra a un bivio e salvare la vita oppure no. La teoria del multiverso, o degli universi simmetrici paralleli, appare affascinante. Questa teoria prende spunto dalla relatività e dalla fisica quantistica, in particolare dalla teoria di Hugh Everett Terzo dei mondi multipli, nei quali ogni interazione quantistica può generare diverse conseguenze. Oramai molti matematici e fisici sono spinti su questo terreno a cercare la risposta definitiva, la natura ultima della realtà, l’universo matematico perfetto. Personalmente penso che prima o poi ci arriveremo, e quando ci arriveremo, ci accorgeremo che avremo altro e molto altro da indagare ancora e ancora. Se tempo e spazio sono infiniti, per definizione non può esistere una verità finita e definitiva.
Sinistra e destra sono in due universi simmetrici paralleli
Da qualche tempo, osservando il dibattito politico, penso che la sinistra e la destra italiana siano finite in universi simmetrici paralleli in cui si sono un po’ scambiate di posto. Almeno su tre temi di notevole importanza. Il primo tema è il regionalismo, il federalismo, il tema delle autonomie regionali. Le regioni furono inserite nella Costituzione per la ferrea volontà del partito comunista e la Democrazia Cristiana ne ritardò a lungo l’attuazione. Il Partito comunista, forte in alcune aree del centro nord del Paese, pensava alle regioni anche per avere margini di autonomia e costruire una propria classe dirigente di governo, cosa che in effetti è poi avvenuta dal 1970 in poi. Sotto la spinta della Lega Nord, ma anche per impulso dei Democratici di sinistra del Nord, eredi del PCI, nel 2001 il Governo di centrosinistra presieduto da Giuliano Amato, riformò il titolo Quinto della seconda parte della Costituzione, mettendo le premesse per una sempre più forte e marcata autonomia delle regioni dal Governo centrale. In un universo storicamente normale, la sinistra dovrebbe essere regionalista e federalista e la destra centralista. Invece ci troviamo in una situazione nella quale la destra dà seguito alla riforma federalista voluta dalla sinistra, e la sinistra si oppone con una della suecampagne più riuscite, raccogliendo cinquecentomila firme in poche settimane.
La battaglia del salario minimo e la giustizia
Un’altra battaglia della sinistra è diventato il salario minimo legale. In un mondo normale, la sinistra dovrebbe spingere per rafforzare il sindacato e la contrattazione, per rendere protagonisti dei propri contratti i lavoratori. E invece, consapevole del crollo di rappresentatività dei sindacati, e anche a corto di idee su battaglie sociali, innalza il vessillo del salario minimo. La destra, invece, che avrebbe tutto l’interesse a mortificare l’intermediazione sindacale e trattare direttamente con lavoratori e imprese, si oppone. Un altro universo al contrario. Infine il tema della giustizia. La sinistra dovrebbe essere per sua natura libertaria e garantista, dal momento che difende a spada tratta i valori così elegantemente scritti e rappresentati nella nostra magnifica Carta costituzionale. La destra, per sua natura, dovrebbe tenere meno alla liberà degli individui in nome dell’ordine e della disciplina. E invece la destra prova a fare una riforma della giustizia in senso garantista, e la sinistra assume toni forcaioli e si oppone. Prima o poi la matematica potrebbe dimostrare che esistono infiniti universi paralleli dove le cose girano al contrario. Per la politica italiana ci sono già.
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