«Non possiamo stare sospesi ogni giorno a Di Maio o a Renzi», sprona l’ex senatore Goffredo Bettini». E il premier Conte risponde a stretto giro. «In questo momento il governo è concentrato sulle misure contenute nella manovra e nel dl fiscale, questo ci terrà impegnati fino a fine mese, un attimo dopo mi farò portatore di questa iniziativa, è assolutamente necessario», ha detto il presidente del Consiglio. «È vero che abbiamo punti programmatici ben chiari che sono alla base di questo governo, ma è anche vero – riconosce Conte – che non abbiamo scritto quali sono le priorità, il cronoprogramma. Quindi chiederò alle forze politiche di condividere un percorso anche a livello di priorità che dovremo andare a perseguire e a realizzare: il Paese vuole chiarezza». Dopo aver parlato del movimento delle sardine («Voglia di partecipare, tanti giovani e non giovani… è una cosa bellissima…»), il premier è intervenuto su Ex Ilva e ArcelorMittal.

L’offerta avanzata da Mittal per lasciare l’ex Ilva entro Natale? «No, non confermo questa indiscrezione, con Mittal c’è un negoziato in corso, abbiamo delle controproposte molto efficaci nella direzione che avevamo concordato col signor Mittal, e cioè avviare una robusta, seria, concreta transizione energetica, conservare il livello di occupazione quanto più possibile e investire ancor più nel risanamento ambientale: lavoreremo su questo, il negoziato è solo all’inizio».  A chi gli chiede di un intervento dello Stato per lo stabilimento di Taranto, «dovete avere un po’ di pazienza – risponde – qualcuno può pensare che non stiamo seguendo h24 questo dossier, nulla di più sbagliato. Quello che posso anticipare è che è prevista anche la partecipazione di aziende pubbliche, a partecipazione pubblica, senz’altro. Siamo disponibili a fare la nostra parte per rendere questo progetto ancora più efficace e credibile e il piano industriale più sostenibile».

Quanto a un eventuale piano B del governo in caso di addio dei Mittal, «in questo momento – replica Conte – stiamo negoziando col signor Mittal, che è venuto a palazzo Chigi: nel primo incontro c’è stata un’interruzione del dialogo perché le posizioni poste dall’azienda erano inaccettabili, nel secondo incontro lui stesso ha dichiarato che c’è stato un ottimo dialogo col governo per l’avvio di un negoziato». Quanto ai 4.700 esuberi messi sul piatto dai franco-indiani al tavolo al Mise, «quella proposta l’abbiamo già respinta e stiamo facendo delle controproposte».

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