“Quando i privati non ce la fanno è giusto che ci sia lo Stato in settori strategici per garantire la continuità produttiva, i posti di lavoro” e il “risanamento ambientale”. Il ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli, intervenendo su La7 alla trasmissione “L’aria che tira”, ha confermato il piano del governo per un ingresso pubblico nell’ex Ilva, l’acciaieria di Taranto in mano al gruppo franco-indiano ArcelorMittal, che nelle scorse settimane ha avviato la procedura per recedere dall’acquisto del gruppo siderurgico e successivamente indicato quasi 5 mila esuberi per restare in Italia.

L’INTERVENTO DELLO STATO – Quanto alle modalità di intervento dello Stato, Patuanelli ha sottolineato che “ci sono alcune ipotesi”, ma in ogni caso lo Stato “deve essere garante anche dell’attuazione del piano industriale, cosa che fino a oggi non è stato”. Sull’ipotesi di come lo Stato entrerà, invece, “sta lavorando il ministro Gualtieri e il ministero dell’Economia ed è giusto che sia così perchè lo Stato entra attraverso il Mef, al Mise invece stiamo disegnando un piano industriale nuovo per lo stabilimento e per Taranto nel suo complesso”.

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AZIENDE PUBBLICHE PER L’ILVA – Sulla vicenda è intervenuto anche il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. A muoversi per l’ex Ilva per conto pubblico potrebbe non essere solo il Mef: “Quello che posso anticipare è che è prevista anche la partecipazione di aziende pubbliche, a partecipazione pubblica”, ha detto il premier in un incontro con la stampa a margine di un convegno Eni.

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ESUBERI E PIANO INDUSTRIALE – “Non è certamente parlare di 5000 esuberi che può portare a una soluzione”, ha poi spiegato il ministro Patuanelli dagli studi di La7. Per l’esponente grillino “è prematuro anticipare” il numero delle persone che sarebbero coinvolte nel processo di accompagnamento “ma lavoriamo perchè siano il minor numero possibile. Ma stiamo lavorando contemporaneamente a dare altre opportunità occupazionali in quel territorio attraverso le partecipate, attraverso la disponibilità di Fincantieri e di Snam”. Allo studio per il ministro ci sono “tante misure che tutte assieme possono portare a proposta occupazionale diversa per i residenti”.

“Il nostro piano ragiona su un aumento di produzione con tecnologie diverse che certamente singolarmente hanno meno bisogno di manodopera, ma che aumentando la produzione riescono a dare risposta occupazionale ai lavoratori dello stabilimento ex Ilva”, ha precisato Patuanelli. Si tratta, ha assicurato, di “un percorso in cui lo Stato c’è, con tutte le misure di accompagnamento o prepensionamento o di accompagnamento momentaneo con corsi di formazione o misure di assistenza attraverso il lavoro del ministro Catalfo“.

PROCURA: OK PROROGA DELL’ALTOFORNO 2 – Intanto i pm di Taranto hanno dato parere favorevole alla richiesta presentata dai commissari dell’Ilva in Amministrazione straordinaria sull’uso dell’Altoforno 2, sequestrato e dissequestrato più volte nell’inchiesta sulla morte dell’operaio Alessandro Morricella. La decisione spetterà al giudice Francesco Maccagnano, che si esprimerà tra l’11 e il 12 dicembre. Nel caso non dovesse esssere autorizzata la proroga, già dal 13 dicembre scatterebbe lo spegnimento dell’altoforno 2 perché scadono i tre mesi concessi dal Tribunale del Riesame per ottemperare alle prescrizioni.

LO SCIOPERO – “Domani riempiremo Roma”. Lo ha affermato il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, parlando della manifestazione prevista per domani, in concomitanza con lo sciopero dei lavoratori di Arcelor Mittal, l’ex Ilva. “Confidiamo che ci sarà qualche migliaio di lavoratori degli stabilimenti Ilva. Una partecipazione e una determinazione moto forti”, ha detto il leader del maggiore sindacato italiano.

Redazione

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