Tutti assolti in primo grado nella tragedia, avvenuta nella notte tra il 7 e l’8 dicembre 2018 che causò la morte di sei persone. Allora, mentre alcuni giovani aspettavano l’inizio dell’esibizione del rapper Sfera Ebbasta, qualcuno spruzzò dello spray al peperoncino, causando il panico. Nella fuga, lungo una rampa all’esterno di un’uscita, le balaustre crollarono e sei persone persero la vita: cinque giovani, Emma Fabini, Asia Nasoni, Mattia Orlandi, Daniele Pongetti, Benedetta Vitali, e una mamma di 39 anni, Eleonora Girolimini, che accompagnava una dei suoi quattro figli al concerto.

Pioggia di assoluzioni

Sugli imputati gravavano le accuse di omicidio colposo e disastro ma il giudice monocratico del Tribunale di Ancona, Francesca Pizii, ha emesso poco dopo le 16 di oggi la sentenza, dichiarando che i fatti non sussistono. Sollievo per i nove imputati, tra cui anche Quinto Cecchini, gestore della discoteca, nel processo riguardante la strage della “Lanterna Azzurra”, alcuni dei quali accusati di omicidio colposo.

Le condanne

Sono state emesse condanne per sei membri della commissione di pubblico spettacolo nel processo parallelo: l’ex sindaco di Corinaldo Matteo Principi (presidente della commissione) a 1 anno; Massimo Manna, responsabile del Suap, a 1 anno; il vigile del fuoco Rodolfo Milani a 1 anno e 2 mesi; Francesco Gallo dell’Asur a 1 anno; Massimiliano Bruni, perito esperto di elettronica, a 1 anno; Stefano Martelli della polizia locale a 1 anno; Francesco Tarsi, ingegnere, a 4 mesi. Viene quindi concesso agli imputati il beneficio della sospensione condizionale della pena.

Rabbia nei parenti delle vittime, dopo che la commissione aveva rilasciato i permessi per la sala da ballo nell’ottobre 2017, nonostante per la pubblica accusa non ci fossero le condizioni di sicurezza, “non arriva giustizia”.  “È stata un’ulteriore uccisione dei nostri figli, lo Stato si deve vergognare”, dicono. E ancora: “Tirare fuori le parole oggi è più difficile rispetto a quando se ne è andata mia sorella perché l’hanno uccisa un’altra volta”.

Redazione

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