Stramazza al suolo e muore in una torrida giornata di metà agosto. Succede a Caserta, nei giardini della Reggia. La vittima è un cavallo, di quelli che trainano le carrozze per i turisti. Uno di quelli immortalati in tante foto e cartoline dalla Reggia. Le foto del corpo senza vita del cavallo hanno fatto il giro del web e indignato i più. E’ diventata anche una questione politica visto il classico interessamento del consigliere regionale Emilio Borrelli che non ha perso un attimo per lanciare in pasto al web una delle sue proverbiali invettive contra mundi infamis.

“Reggia di Caserta, un cavallo utilizzato per il trasporto delle carrozze stramazza al suolo per la fatica e per il caldo come segnalato dai presenti”, scrive con tanto di documentazione fotografica con i classici bambini presenti i cui volti dovrebbero essere oscurati da (bravo) giornalista professionista. E invece no. Il “terribile episodio” di cui si dà notizia è stato “segnalato dai presenti”. Dunque non si sa se il cavallo fosse vecchio o se avesse problemi di cuore o di qualsivoglia altra sorte. Ma ormai è andata, il popolo del web è stato avvisato e l’indignazione è partita.

La vicenda del povero cavallo stramazzato è stata talmente sentita da stimolare addirittura una nota della direzione della Reggia: “Questa mattina uno dei cavalli del servizio carrozze ippotrainate, gestito in concessione dalla società Tnt, è deceduto. Gli organi competenti stanno effettuando in queste ore tutte le verifiche che il caso richiede. La Direzione della Reggia di Caserta esprime profondo dispiacere per l’accaduto”.

È diventata anche l’occasione per un po’ di campagna elettorale in vista delle regionali. “Nonostante le temperature elevatissime e la morsa dell’afa, i cavalli continuano a salire e scendere a pieno carico, trainando carrozzelle – spiega Stefano Buono, candidato alle prossime elezioni regionali per la lista Davvero – Partito Animalista – Uno di loro oggi non ha più resistito e poco fa si è accasciato in terra. È morto. Ora verrà presto sostituito come si sostituisce un bus per turisti, era quello il suo utilizzo. Una scelta barbara che arreca atroci sofferenze a questi poveri animali, è ora di dire basta a questo sfruttamento e predisporre il divieto, come già fatto a Napoli, almeno nelle ore più calde”. “Denunceremo il titolare della carrozza. È qualcosa di vergognoso. Chiediamo ordinanze in tutti i comuni che mettano fine a tutto ciò. Con le condizioni di caldo estremo dei prossimi giorni i cavalli non devono circolare”, continua la nota di Verdi- Europa Verde di Borrelli.

Ora, con tanto di rispetto per il povero cavallo, ma tutta questa attenzione e indignazione non è un pochino eccessiva? Infondo è solo da secoli che i cavalli sono animali da tiro, fedeli amici dell’uomo, che lo hanno accompagnato lungo viaggi chilometrici, lo hanno aiutato nell’agricoltura e nei lavori pesanti. “Viviamo in un’era altamente tecnologica e pensare di utilizzare questi poveri animali per il trasporto umano, invece che mezzi moderni ad impatto zero, è qualcosa di anacronistico, surreale ed egoistico”, spiega Borrelli che forse ignora il valore storico del cavallo con la carrozza.

E infine: “Vigileremo con i nostri volontari per impedire che questi poveri animali vengano fatti circolare in condizioni climatiche critiche”, conclude la nota di Borrelli. E a questo punto il pensiero va al numero impressionante di anziani che muore d’estate per il caldo. Va al capitano della polizia municipale di Napoli Ciro Colimoro, deceduto il 7 agosto scorso in seguito a un malore. Va a tutti gli operai, ai braccianti e a tutti quelli che lavorano sotto il sole in condizioni estreme e per due spiccioli ci muoiono anche. Morti, non poche, che non fanno più notizia, o almeno non quanto quella del cavallo.

Avatar photo

Giornalista professionista e videomaker, ha iniziato nel 2006 a scrivere su varie testate nazionali e locali occupandosi di cronaca, cultura e tecnologia. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Orgogliosamente napoletana, si occupa per lo più video e videoreportage. È autrice anche di documentari tra cui “Lo Sfizzicariello – storie di riscatto dal disagio mentale”, menzione speciale al Napoli Film Festival.