«Le idee migliori non vengono dalla ragione, ma da una lucida, visionaria follia». Lo scrive Erasmo da Rotterdam nel suo Elogio alla Follia, ed è quanto in effetti avviene nella quotidianità quando le persone non si fermano di fronte ad un destino ineluttabile. Questa tensione alla felicità, al miglioramento delle condizioni di vita, è da sempre il motore di cambiamento che ci ha portato sin qui. E che probabilmente ha mosso la Fondazione fiorentina I Medici F3 (Friends For Florence) a dare sostanza ad un sogno. Sono stata testimone di questo percorso che ha saputo tramutare la buona volontà e la spontaneità, in azione seria e concreta anche attraverso l’adesione al nuovo Registro Unico Nazionale del Terzo Settore. F3 nasce tre anni fa da un’idea di due amici, il ginecologo Paolo Gacci e il pediatra Luca Landini, che hanno coinvolto nel loro progetto di volontariato tanti altri medici, ma anche imprenditori, avvocati, commercialisti e professionisti di vari settori desiderosi di mettere le proprie competenze a disposizione della comunità.

Questa è una peculiarità molto interessante. Parliamo di un volontariato di cui poco si parla – ma che esiste nel nostro Paese – basato sulle competenze, e di un ente nato proprio con la finalità di mettere in rete professionalità chiave nella risposta ai bisogni della società a partire dalla salute. Nata come associazione filantropica e oggi fondazione non profit, F3 si mette a servizio di altre associazioni del territorio, delle imprese e delle istituzioni per realizzare visite mediche gratuite, eventi di raccolta fondi, iniziative di volontariato attivo. Durante la pandemia, la fondazione ha donato sanificatori per le ambulanze e dispositivi di protezione individuale per le scuole. Nel corso di soltanto quattro fine settimana, i pediatri, i cardiologi, gli urologi, i senologi, i dermatologi, gli ortopedici di F3 hanno effettuato oltre settecento visite specialistiche in piazza della Repubblica a Firenze, a Figline e Incisa Valdarno, a Forte dei Marmi e in altri comuni toscani, grazie alla collaborazione virtuosa con la Croce Rossa, le Misericordie della Versilia, e con aziende che hanno messo a disposizione i macchinari per la diagnostica.

Questi numeri la dicono lunga di quanto sia alto il bisogno di salute e di visite specialistiche nel nostro Paese, acuito dalle lunghe liste di attesa. Come racconta uno dei fondatori, Luca Landini, in fila si vedono persone insospettabili che probabilmente prima della pandemia avrebbero provveduto con le proprie forze alle visite. F3 nasce anche per mettere in rete la spiccata filantropia dei fiorentini, sostenendo iniziative di varie realtà storiche della città. Basti citare la ristrutturazione di un appartamento dell’Istituto degli Innocenti e della Fondazione Bacciotti, la borsa di studio al giovane pittore con spettro autistico Tommaso Panichi, il restauro di un mosaico nel museo dell’Opera del Duomo di Firenze. Certamente F3 ha un’altra unicità, data dalla presenza in Fondazione di imprenditori del settore turistico come Federico Isola. Mobili ed elementi d’arredo provenienti da cinquanta camere del Grand Hotel Mediterraneo di Firenze, che dovevano essere completamente rinnovati, sono stati donati a centri di accoglienza per donne maltrattate e case famiglia per bambine vittime di abusi e di abbandono.

Un’esperienza positiva, che la Fondazione vorrebbe allargare e sistematizzare, creando un filo diretto tra strutture Horeca e Terzo Settore. Periodicamente alberghi, bar e ristoranti rinnovano i loro arredi, producendo scarti ingombranti e difficili da riciclare. Le operazioni di smontaggio, trasporto e smaltimento di questi materiali hanno un costo notevole, economico ed ecologico. Ecco perché F3 ha deciso di promuovere una vera e propria catena solidale che mette in relazione chi può e vuole aiutare, con chi ha bisogno di ricevere. Dalla proficua collaborazione con Federalberghi Firenze e con le associazioni che combattono ogni giorno la povertà, si aprono tante altre prospettive per il futuro. Una di queste mira a salvare tutte le derrate alimentari che avanzano quotidianamente da colazioni, pasti, buffet, meeting e cambuse di ristoranti e strutture ricettive, distribuendole ad associazioni e centri che accolgono le persone fragili o indigenti. Tutte queste iniziative hanno un comune denominatore: producono vantaggi per tutti.

Per i bisognosi, che possono beneficiare di alimenti e arredi di qualità. Per gli imprenditori, che abbattono i costi di smaltimento dei rifiuti. E per la comunità nel suo insieme.In una società abituata a buttare via e sostituire, F3 trova la strada per recuperare e riutilizzare, utilizzando anche le potenzialità offerte dalla Legge 166 del 2016, che regola le donazioni per solidarietà sociale con misure di semplificazione e incentivazione fiscale. Un provvedimento che ha messo le basi per la realizzazione di progetti come quelli realizzati dalla Fondazione I Medici F3, e che dimostra ancora una volta la necessità di un dialogo costante e proattivo tra istituzioni, imprese ed enti del Terzo Settore.

Maria Chiara Gadda

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