Tullio Ferrante, 35 anni, avvocato, di Forza Italia, è il sottosegretario al Ministero delle Infrastrutture e Trasporti con delega ai servizi digitali, al monitoraggio delle opere infrastrutturali e della ultimazione dei cantieri aperti. Lo abbiamo incontrato il giorno dopo la vittoria del centrodestra in Liguria.

Il primo cantiere di cui oggi le chiediamo conto è quello politico, della Liguria. Cosa rappresenta questa vittoria di Marco Bucci?
«Con l’elezione di Marco Bucci a presidente della Regione, sostenuto con forza dalla coalizione di centrodestra, in Liguria vince la buona politica. Un risultato per nulla scontato considerato il fango che è stato scagliato contro Giovanni Toti e l’amministrazione uscente, vittime di una campagna fortemente giustizialista, e poi contro lo stesso Bucci, oggetto di squallidi attacchi personali. Il pragmatismo di chi ha dimostrato di saper amministrare ha prevalso sulla cieca ideologia delle sinistre, l’impegno di chi crede nella crescita del territorio è stato premiato a discapito della logica del “No” e della decrescita felice tanto care a Pd e M5S. Nonostante il fango gettato contro il centrodestra ligure dai servizi di Report andati in onda scandalosamente in pieno silenzio elettorale, i cittadini hanno scelto un Presidente capace di guidare il futuro della regione».

E per quanto riguarda il dialogo con il suo Ministero?
«Con Bucci si potrà proseguire con rinnovato slancio nel cammino di sviluppo infrastrutturale già intrapreso, decisivo per costruire una Liguria più moderna, piu connessa, più efficiente, più competitiva. Vince il centrodestra, vince la Liguria, vince il buon governo».

Che bilancio traccia dei suoi primi due anni al MIT, in termini di progetti avviati e cantieri conclusi?
«Mi occupo del dossier infrastrutture anzitutto con l’obiettivo di dare nuovo impulso al completamento delle opere commissariate, che seguo per delega conferitami dal Ministro Salvini e che sono prioritarie per lo sviluppo del Paese. Ho poi voluto promuovere, nell’ambito del dl Casa, la norma ‘Sblocca incompiute’, che prevede di destinare ai Comuni più risorse per demolire o completare le opere incompiute, restituendo alla collettività aree degradate e in stato di abbandono. Ho seguito il tema degli autovelox selvaggi, troppo spesso usati dai Comuni per fare cassa e che devono invece tornare ad essere utilizzati a garanzia della sicurezza dei cittadini. Ho anche voluto inserire, all’interno del nuovo Codice della strada, l’introduzione della Ztl nelle aree Unesco per garantire una mobilità più sicura e valorizzare luoghi turistici unici al mondo, penso alla Costiera amalfitana. Sono stati due anni intensi e ricchi di risultati concreti, il che mi spinge a rinnovare il mio impegno per rilanciare le infrastrutture, ferme da troppi anni a causa di veti ideologici, affinché il Mezzogiorno possa correre e trainare la ripresa dell’intero Paese».

C’è molto Sud, nel suo impegno pubblico. Salerno-Reggio Calabria e Napoli-Bari, per indicare due direttrici strategiche per il futuro del Mezzogiorno. A che punto siamo?
«Lo sviluppo infrastrutturale rappresenta una leva fondamentale per la crescita del Paese, per questo il Governo sta realizzando investimenti massicci con l’obiettivo di colmare il gap tra Nord e Sud».

E nello specifico?
«Le nuove linee alta velocità/alta capacità Salerno – Reggio Calabria e Napoli – Bari, che seguo in virtù delle mie deleghe al coordinamento delle attività commissariali, sono due opere strategiche non solo per il Sud, ma per l’Italia tutta. Siamo al lavoro per accelerare gli interventi sulla Napoli – Bari, cerniera tra i due versanti della nostra penisola e hub verso i bacini industriali europei, con alcune tratte che saranno attivate già a partire da fine 2025. Un’opera che consentirà di collegare Bari con Napoli in sole due ore e senza cambi. Procedono spediti anche i lavori della Salerno – Reggio Calabria, un’opera che incrementerà l’accesso all’alta velocità nei territori interni, sarà funzionale alla realizzazione del Ponte sullo Stretto e potenzierà l’itinerario merci lungo il corridoio adriatico, con il lotto 1a che sarà completato entro il 2026. Il Sud è protagonista dell’azione del Mit e del Governo, nella consapevolezza che se riparte il Mezzogiorno riparte tutta l’Italia».

E il Ponte sullo stretto? Rimane una sua priorità, e una priorità del governo?
«A fronte di 12 miliardi di costi, l’impatto del Ponte sull’economia è stimato in 20 miliardi ma ci saranno anche benefici sul piano ambientale, trasportistico e occupazionale, con oltre 100.000 nuovi posti di lavoro. Basti pensare alla realizzazione di tutte le opere viarie e ferroviarie accessorie che si renderanno necessarie. Il Ponte sullo Stretto è una priorità del Paese: è un’opera che non collegherà la Calabria alla Sicilia ma l’Italia all’Europa, che infatti sta investendo nell’infrastruttura considerandola di importanza strategica».

Era un’idea di Berlusconi…
«Sì, sono orgoglioso di poter rivendicare che il progetto del Ponte si basa su quello elaborato con il Governo Berlusconi: è il frutto della lungimiranza politica del nostro Presidente e il simbolo di un Paese moderno, dall’elevata competenza ingegneristica, che pensa in grande. Ora l’obiettivo è quello di arrivare a fine anno con l’approvazione del progetto definitivo da parte del CIPESS, consentendo così l’avvio della fase realizzativa con la prima pietra da posare ad inizio 2025. La stagione della politica del ‘No’ è finita, il Paese esce dal benaltrismo infrastrutturale, che spesso fa rima con immobilismo, e guarda finalmente al futuro».

Sul fronte della giustizia ci sono molte fibrillazioni, con i magistrati da una parte e il Governo dall’altra. Secondo lei siamo di fronte ad una opposizione giudiziaria?
«La scandalosa vicenda della mail inviata dal sostituto procuratore della Corte di Cassazione accende i riflettori su un problema che si trascina da decenni: quello delle correnti delle toghe che interpretano il proprio ruolo in senso politico, facendo perdere di vista l’oggetto sociale del loro agire: tutelare i diritti dei cittadini applicando la legge. Riemerge tutto l’odio con il quale una parte della magistratura si è accanita per trent’anni contro il nostro Presidente Silvio Berlusconi, vittima di un’autentica, ineguagliabile ed ingiusta persecuzione».

E oggi qualcuno sembra voler attualizzare quelle campagne…
«Sì, uno schema che si ripete con il Governo Meloni. Il potere giudiziario non può pretendere di soggiogare quello legislativo e quello esecutivo. La separazione dei poteri è il cardine delle democrazie liberali e di uno Stato di diritto, metterla in discussione significa minare la tenuta delle istituzioni. Per questo è indispensabile varare la riforma della giustizia con la separazione delle carriere, con le nuove modalità di elezione dei componenti del Csm e la creazione di un’Alta Corte disciplinare, per equiparare accusa e difesa di fronte al giudice terzo ed imparziale, spezzare le degenerazioni correntizie, arginare il ruolo politico di certe frange della magistratura e garantire il rispetto del voto democratico dei cittadini».

Il ruolo di Forza Italia, nel contesto del centrodestra sovranista, come si delinea?
«Forza Italia, sotto la guida del Segretario nazionale Antonio Tajani, rappresenta il pilastro liberale e riformista della coalizione, l’àncora che tiene il Governo ben saldo all’Europa, il fulcro dell’area moderata e il centro del sistema politico italiano. Siamo il partito delle imprese, il punto di riferimento del ceto medio, dei giovani, delle donne, siamo attenti ai bisogni degli anziani e delle fasce sociali più deboli. Lavoriamo per sostenere il tessuto produttivo, contro qualunque ipotesi di aumento della pressione fiscale, e per rafforzare le politiche sociali, con particolare attenzione al sistema pensionistico. Siamo il partito della libertà, in tutte le sue forme. Lottiamo per difendere i principi garantisti, perché crediamo nelle libertà individuali e nello Stato di diritto».

Guardando anche avanti, oltre il perimetro del programma di coalizione, a quanto pare…
«Vogliamo introdurre lo Ius Italiae, per aggiornare la legge sulla cittadinanza con una proposta seria, moderna e rigorosa che rientra pienamente nel programma di governo del centrodestra. E abbiamo il dovere di promuovere i diritti civili, che devono essere lasciati fuori da contrapposizioni ideologiche, spronando la politica a compiere passi in avanti. Penso ad esempio al tema, poco dibattuto, delle adozioni da parte dei single, su cui la politica può e deve fare di più. Forza Italia, per volontà del Presidente Silvio Berlusconi, ha fondato il centrodestra e resta fedele agli alleati ma rappresenta l’ala riformista di una coalizione moderna e all’altezza delle nuove sfide sociali».

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Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.