Anche se non siamo mai diventati la Florida d’Europa ed è un peccato, il turismo è certamente uno dei grandi motori dell’economia italiana e la prima vittima del Coronavirus. La quarantena è il contrario del turismo, l’epidemia il nemico mortale di ogni viaggio, prenotazione o progetto e se ogni settore produttivo è oggi in sofferenza a causa delle restrizioni, il turismo rischia di scomparire per tutto il 2020.

Una voce che equivale al 13% del nostro PIL nazionale, vuol dire che quest’anno rischiamo di perdere oltre 230 miliardi di euro e quasi 4 milioni di posti di lavoro, il 15% dell’occupazione nazionale. E poiché piove sempre sul bagnato, il sud che ha sorprendentemente (dicono al nord), resistito all’epidemia, non avrà comunque la sua fonte di maggior reddito: i turisti dell’estate italiana.

Solo nel week end di Pasqua in Campania si sono persi oltre 50 milioni di euro rispetto allo stesso periodo del 2019.
Un buco difficile da riempire, come? Con cosa? E se guardiamo al solo settore alberghiero per loro le perdite sono anche maggiori, perché quest’anno non solo non avranno molti turisti da accogliere, forse nessuno dall’estero, ma non lavoreranno neppure per organizzare e vendere il servizio per le cerimonie.

Difficile ipotizzare che qualcuno decida di organizzare “grossi e grassi matrimoni italiani”, comunioni, battesi o cresime.
Forse qualche evento aziendale farà timidamente capolino in autunno o si potrà sperare in qualche tardiva Fiera di fine anno, fino ad ora tutte annullate, a partire dal salone del mobile di Milano o da quello del Libro di Torino.

Ma anche gli alberghi delle località turistiche, soprattutto i grandi alberghi rischiano di non riaprire per l’intera la durata della stagione e di lasciare a casa tutti i lavoratori stagionali. Anche i 400 miliardi del decreto liquidità possono far poco ad un settore che, senza grandi prospettive di imminente ripresa, diciamo almeno entro l’anno, dovrebbe decidere di chiedere un prestito non sapendo come e quando restituirlo e come poter onorare un debito, seppur a tassi molto favorevoli.

Moltiplicare zero all’infinito non cambia il risultato: se non entra un euro nelle casse del Turistico alberghiero è difficile far fronte anche al più vantaggioso dei prestiti. Non è difficile capire quali le misure più idonee ed efficaci per evitare la catastrofe del settore, defiscalizzazione, incentivi a fondo perduto e sostegno all’occupazione. Ma come? Con quali risorse? Prova a risponderci Lorenza Bonaccorsi, vicesegretario del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, con delega al turismo.